“Un momento simbolicamente importante: il francobollo serve per collegare mittente e destinatario”, e “l’immagine che lega il festival all’Italia ha un grande valore simbolico, quindi grazie al ministro Urso”. Così l’ad Rai Giampaolo Rossi sabato nel presentare, insieme al ministro per le Imprese e il Made in Italy Adolfo Urso, il francobollo emesso per celebrare la 75esima edizione del festival di Sanremo. “Settantacinque anni sembrano tanti eppure il festival continua a mostrare una gioventù incredibile -dice Rossi- una capacità di rinnovarsi e parlare alla nostra nazione, di rappresentare una pluralità di linguaggi artistici del Paese. 75 anni in cui il festival continua a raccontare un pezzo della nostra storia”. L’ha fatto “in bianco e nero, a colori, con l’avvento del digitale, e lo farà con l’avvento delle nuove tecnologie”, dice l’amministratore delegato della Rai. E’ una sorta di “un sodalizio, un patto tra l’Italia e il suo immaginario. Ed è in questa straordinaria operazione culturale ma anche un’incredibile operazione produttiva che la Rai sprigiona la sua forza”, in grado “di mettere in piedi uno dei più importanti show di intrattenimento” forse “con una capacità produttiva probabilmente unica in Europa, con risultati che quest’anno stanno segnando una pagina nuova della storia tv”. In questo contesto, i 75 anni del francobollo “acquistano un valore ancora più suggestivo”. Quello del festival di quest’anno è un “linguaggio che resiste e che quest’anno resiste anche con un ritorno all’idea di festival tradizionale, l’idea di festa come momento di unione e non di divisione, un momento di racconto collettivo e non di conflitto. E credo che sia la grande miscela innovativa del festival di quest’anno”, ha detto ancora. I risultati di ascolto del festival “sono incredibili, stanno segnando una pagina nuova della storia della televisione -spiega Rossi- Soprattutto perché stanno allargando incredibilmente il pubblico, sempre più attraverso la total audience, quel segmento più giovane, più creativo e innovativo, che in genere non guarda la tv generalista ma che è incollato a vedere il festival di Sanremo”.
Un festival sovranista? “No, non esiste nulla di tutto questo. È un festival che pacifica il Paese e lo dimostrano gli ascolti che sono al di sopra di tutte le aspettative. E’ una grandissima soddisfazione”, ha affermato. Secondo Rossi, dunque, non c’è alcuna valenza politica nell’identità del festival. “C’è solo una valenza culturale che riprende l’idea originaria del concetto di festival”, dice l’ad che aggiunge: “E’ una grande festa nazionale in cui i tanti racconti che si esprimono attraverso la musica e l’arte, consentono di rappresentare la pluralità dei racconti di questo paese”. Lo scopo del festival, secondo Rossi è anche “riuscire a portare temi d’attualità, temi profondi, il tema della paternità, della maternità, il tema del disagio sociale, ma in maniera unitaria”. I risultati di questa edizione, continua Rossi, sono “una grandissima soddisfazione”. Una soddisfazione “incredibile soprattutto per la Rai, perché è la dimostrazione che questa azienda è una delle più grandi aziende di produzione di contenuti in Europa. C’è un modello di produzione che probabilmente in questo momento, in Europa, solo la Rai può fare”.