“Fratelli d’Italia è al fianco del popolo ungherese e di Viktor Orban, che l’Unione Europea vorrebbe sanzionare perché ha il coraggio di dire no all’invasione e no all’islamizzazione dell’Europa”.
È quanto ha dichiarato il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, a margine dell’incontro che si è svolto questa mattina a Roma con l’ambasciatore ungherese, Adam Zoltan Kovacs. Il leader di Fratelli d’Italia ha voluto portare la solidarietà di FdI al premier Orban e al popolo ungherese nel giorno del voto favorevole del Parlamento Ue alle sanzioni all’Ungheria.
“Con il popolo ungherese. No all’invasione dell’Europa” è stato lo striscione esposto di fronte all’ambasciata dalla delegazione di parlamentari di Fratelli d’Italia presenti al flash mob: «Il popolo ungherese – ha aggiunto Giorgia Meloni – che sessant’anni fa si è sollevato contro l’oppressione sovietica per difendere la sua libertà e la sua sovranità ha ancora il coraggio di combattere contro il nuovo soviet dell’Unione Europea. E noi, oggi come ieri, siamo al loro fianco».
Gioventù Nazionale: avanti ragazzi di Budapest. Solidarietà all’Ungheria libera e sovrana.
“Le sanzioni contro l’Ungheria che il Parlamento UE si appresta a votare sono un atto ostile contro una Nazione Sovrana. Quest’oggi siamo presenti, insieme ai nostri parlamentari, al presidio di solidarietà presso l’Ambasciata Ungherese per ribadire che crediamo ancora nella Sovranità Nazionale e nel sacrosanto, inviolabile diritto dei Popoli a difendere i confini della propria Patria quando questi sono minacciati. Che si tratti dei carri armati sovietici del ’56 o delle orde di clandestini di questi anni, piuttosto che dell’odiosa intromissione della tecnoburocrazia negli affari di una Nazione, i giovani patrioti italiani diranno sempre avanti ragazzi di Budapest, noi siamo con voi“. Così in una nota, Gioventù Nazionale, Movimento Giovanile di Fratelli d’Italia, in presidio davanti all’Ambasciata d’Ungheria.
Il Parlamento UE approva le sanzioni. PPE diviso, lascia “libertà dicoscienza sul voto”, ma è posizione ambigua. Strasburgo ha quindi approvato la relazione Sargentini sullo stato di diritto in Ungheria, dando così l’ok all’applicazione dell’articolo 7 dei Trattati, che può condurre a sanzioni contro il Paese. A favore hanno votato 448, 197 si sono espressi contro, 48 si sono astenuti, per un totale di 693 votanti. Ora la parola passa al Consiglio europeo, ovvero ai capi di Stato e di governo dell’Unione.
Nel Ppe, il partito di maggioranza del Parlamento europeo del quale fa parte la formazione politica Fidesz di Orban, ben 114 membri, compreso il presidente del gruppo Manfred Weber, hanno condannato Orban, mentre 57 hanno votato contro (e le astensioni sono state le più numerose, tra tutti i gruppi politici).