Scambio di ostaggi tra USA e Russia: Trump attacca Biden per un presunto pagamento, ma c’è dell’altro

I negoziati per lo scambio di ostaggi tra due paesi è da sempre un argomento piuttosto delicato, in cui la strategia gioca un ruolo fondamentale per quanto riguarda la limitazione dei danni da una parte all’altra. In questi ultimi giorni gli Stati Uniti d’America hanno lavorato ad un accordo congiunto con la Russia per il ritorno di alcuni prigionieri americani nel territorio natale: tra questi Evan Gershkovich, giornalista del WSJ, Paul Wheelan, militare americano e Alsu Kurmasheva, giornalista russa ma con passaporto americano. All’interno dello scambio sarebbero stati coinvolti altri 5 paesi, mentre il numero di individui liberati si attesta sulle 26 persone. Tra gli stati che hanno contribuito, c’è anche la Germania, di cui parleremo a breve per la sua rilevanza nel caso.

Donald Trump ha scelto di attaccare Joe Biden sullo scambio con la Russia, questo perché a detta sua gli USA potrebbero aver pagato delle cifre inutili o commesso degli errori nel rilascio di alcuni prigionieri criminali e dunque pericolosi. I dubbi del Tycoon si basano sulla sua precedente esperienza alla Casa Bianca, dopo aver riportato a casa altri cittadini americani. Le voci del candidato repubblicano non sarebbero state fino ad ora confermate, anzi lo stesso Jake Sullivan, Consigliere per la sicurezza nazionale, ha negato questi avvenimenti. Certo è che se la tesi di Trump dovesse infine rivelarsi giusta, per l’Amministrazione dem sarebbero dolori, specialmente dopo il cambio di candidato in campagna elettorale per evitare una sconfitta certa.

In Germania, invece, Olaf Scholz avrebbe riaccolto i suoi connazionali, dopo aver lavorato per il rilascio di Vadim Krasikov , un agente russo che stava scontando l’ergastolo per l’uccisione di un oppositore ceceno di Putin proprio nella capitale tedesca. La voce è stata poi confermata proprio da Mosca, la quale avrebbe confermato il ruolo di Krasikov nel servizio di sicurezza nazionale. Insomma, questo scambio non sembra essere stato poi tanto proficuo, forse le paure di Trump non sembrano infondate da questo punto di vista. È del tutto possibile che il mondo libero stia assistendo all’ennesimo errore diplomatico occidentale, con a capo gli USA, governati a loro volta da un uomo che sembra a malapena capace di intendere e di volere.

Da Minsk, il Presidente – squinternato – Lukashenko, avrebbe dichiarato che Biden starebbe usando  queste azioni di scambio per “pompare la sua autorità” . Non si sa esattamente quale, visto che ormai il vecchio Joe potrebbe tranquillamente essere un burattino nelle mani di Kamala Harris. Lukashenko assomiglia un po’ alla sinistra italiana: della serie, quelli che per colpire qualcuno sbagliano sempre il tiro. 

Nel frattempo, c’è chi tra gli ostaggi liberati continua a temere per la propria vita, come il dissidente russo Ilya Yashin, il quale pur di non rassegnarsi ad una vita da migrante tornerebbe volentieri in Russia visto il suo affetto patriottico nei confronti della sua terra. Tuttavia, quest’ultimo avrebbe attestato di aver ricevuto delle minacce dall’FSB che un suo ritorno potrebbe farlo finire come Alexei Navalny, il quale tra l’altro venne avvelenato anche trovandosi all’estero. Ormai sembra che gli oppositori di Putin, per quanto lontani, non siano mai veramente al sicuro.

Il retrogusto di questi scambi ha un che di amarognolo, sarebbe quindi sbagliato pensare che questo scambio di ostaggi sia stato una conquista per l’Occidente: il pensiero che persone pericolose come Krasimov siano state restituite al Cremlino o che addirittura l’America abbia pagato una cifra in denaro, aiutando così le finanze della Russia, fa rabbrividire dal punto di vista diplomatico. Anche soltanto pensare che gli Stati Uniti possano usufruire di un altro Governo democratico impegnato a fare danni un po’ ovunque, resta  una possibilità a dir poco avvilente.

Gabriele Caramelli
Gabriele Caramelli
Studente universitario di scienze storiche, interessato alla politica già dall’adolescenza. Precedentemente, ha collaborato con alcuni Think Tank italiani online. Fermamente convinto che “La bellezza salverà il mondo”.

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