Oggi mi sono imbattuta nel solito articolo del povero Scanzi sul solito Fatto Quotidiano. A “Scanzi” di equivoci è avvenuto in modo del tutto casuale perché generalmente la ritengo un'assoluta perdita di tempo. Appena letto l'articolo la mia espressione ha ricordato quella di mia sorella al comizio di chiusura della tre giorni a Milano. Mi sono chiesta: ma veramente sto tizio è riuscito a mettere in fila una sequela di insulti, così cattivi e immotivati?! E perchè?! Scrive tutto il suo odio per l'intero articolo: “la convention è una sorta di ciliegina coatta sulla torta rancida della vecchia destra” “una sorta di trionfo parossistico della poracciata caciottara”. La risposta mi è venuta spontanea: poverino sta morendo di invidia. Lui che ha bisogno del fondotinta e dello smalto alle unghie per andare in Tv a sparare sempre le solite quattro cattiverie, senza mai portare un contributo serio e avvincente come fanno molti suoi colleghi altrettanto ideologizzati. Lui che salta la fila per farsi vaccinare, che occupa il parcheggio degli invalidi, che non ha costruito niente nella sua vita. Lui??? Ma proprio lui scrive questo su mia sorella?! Mia sorella, una donna in un mondo di maschilisti, una donna che nella vita ha solo dimostrato capacità, da sola, senza mezzi, senza una famiglia dietro che potesse sostenerla a dovere, senza raccomandazioni. Lei che studia e che ha fondato un partito che nei sondaggi oggi è al primo posto. Lei che ha costruito una famiglia e riesce a dedicarsi alla figlia come solo noi genitori sappiamo fare. Lei che entusiasma le folle come nessun politico riesce più a fare e che contribuisce quotidianamente insieme a tutta Fratelli d'Italia alla crescita della nostra Nazione. Ebbene sì, Scanzi insulta proprio Giorgia Meloni e lo fa sparando una carrettata di bugie. Figlio mio, ma che pena infinita che mi fai! Ti immagino lì solo mentre ti corrodi l'anima, sognando di essere anche per un solo giorno mia sorella. Sai, caro Scanzi, mi hai ricordato una canzone di Guccini, ‘Cirano': “Venite pure avanti poeti sgangherati
Inutili cantanti di giorni sciagurati
Buffoni che campate di versi senza forza
Avrete soldi e gloria, ma non avete scorza.
Godetevi il successo, godete finché dura. Che il pubblico è ammaestrato e non
vi fa paura
E andate chissà dove per non pagar le tasse
Col ghigno e ‘ignoranza dei primi della classe”.
Povero Scanzi, dai retta ad una cittadina comune: datti un restyling o prima o poi financo al Fatto Quotidiano ti utilizzeranno per fare le fotocopie da portare a Marco Travaglio. Ps: adesso mi raccomando scrivi un bell'articolo su quanto sia raccomandata, cretina e brutta la sorella della Meloni.
Che i tuoi insulti sono medaglie da portare sul petto con onore.