Scuole in presenza, meno smart working, mancati ricavi da traffico e la crisi energetica. Le cause dì una crisi annunciata.

Le scuole in presenza, il minor utilizzo dello smart working rispetto all’anno scorso, la riduzione dei ricavi da traffico, la crisi energetica. Fattori che stanno provocando irrimediabili disagi economici alle company del Trasporto Pubblico Locale.
In tema di servizi, con il persistere dell’emergenza sanitaria, le regioni che si troveranno in zona arancione rischiano il default del sistema. In Conferenza delle Regioni è stato affrontato il problema e chiesto di aumentare fino all’80% la capienza nei mezzi del trasporto pubblico locale anche in zona arancione, invece dell’attuale 50%, stante le disposizioni più restrittive imposte attraverso l’obbligo delle mascherine Ffp2 e del Super green pass a bordo dei mezzi pubblici.
Il MIMS evidenzia tanta fatica nella gestione del settore, non riesce a sostenere l’emergenza delle aziende le quali aspettano lo sblocco dell’utilizzo nel 2022 dei fondi avanzati nel 2021 per i servizi di trasporto aggiuntivi dedicati alla mobilità scolastica.
Inoltre, come anticipato dall’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, nel primo trimestre del 2022 la bolletta dell’elettricità aumenterà del 55%, mentre quella del gas del 41,8%. Rincari ritenuti assolutamente insostenibili per le società di trasporto che in Italia consumano in un anno più di un terzo di tutta l’energia del Paese.
ASSTRA, l’associazione che raggruppa le aziende pubbliche dì TPL, in occasione dell’audizione congiunta alla Camera e Senato della “V COMMISSIONE BILANCIO” dello scorso novembre, ha presentato uno studio in cui si legge che “già negli ultimi mesi, il prezzo dei prodotti energetici e delle materie prime sta registrando una crescita esponenziale. L’andamento dei prezzi dei vettori energetici (in primis gasolio, metano ed energia elettrica) riveste particolare importanza per il settore del TPL: la voce relativa ai costi per la trazione è seconda nei conti aziendali solo al costo del personale”.
Uno studio S&P Global – “The Energy Transition And What It Means For European Power Prices And Producers: September 2021” riporta che “i prezzi dell’energia elettrica in Italia rimarranno superiori a quelli degli altri paesi europei a causa della predominanza dell’energia termica e della crescente dipendenza dalle importazioni. Si aspetta un forte rimbalzo dei prezzi dell’energia elettrica a decorrere dal 2021, trainato dall’aumento dei prezzi del gas e del carbone, con valori superiori ai 60 €/MWh nel periodo 2022-2026”.
I bilanci delle company italiane che eserciscono i servizi di TPL continuano a soffrire nonostante l’immissione in circolo di più di due miliardi di Euro dal Governo.
Ma non per la crisi energetica. Gli operatori del TPL, risultano fra i maggiori consumatori di energia elettrica nelle grandi città, dove sono in esercizio sistemi di trasporto rapido di massa alimentati ad energia elettrica (linee ferroviarie, metropolitane, tramviarie e filoviarie) che contribuiscono in maniera decisiva ogni giorno a trasportare milioni di passeggeri.
Il colmo è raggiunto. Occorre intervenire nell’immediatezza con misure compensative o di abbattimento del costo al fine di recuperare le gravi perdite generate dal rincaro dei prodotti energetici sui bilanci aziendali.
La proposta di ASSTRA trova tutto il mio appoggio e sostegno affinché, a fronte di questa grave crisi (prolungata), il settore del Trasporto Pubblico Locale possa beneficiare delle agevolazioni di cui godono le aziende a cui è riconosciuto lo status di energivore, in quanto settore ad alta intensità di lavoro, ad alto valore territoriale e sociale, settore chiave per le sfide ambientali ed importante moltiplicatore di PIL e occupazione.
Trattasi di una possibilità non preclusa dalla direttiva 96/2003/CE.

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Marco Foti
Marco Foti
Marco Carmine Foti Dirigente Nazionale Dipartimento Trasporti Fratelli d’Italia

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