Potrebbe essere il problema dei migranti lo scoglio finale su cui rischia di arenarsi definitivamente la già traballante coalizione dei partiti tedeschi dell’attuale governo Merkel IV a causa dei dissidi nell’Unione, (in tedesco Unionsparteien), espressione usata per indicare l’Unione Cristiano Democratica di Germania (CDU) più l’Unione Cristiano-Sociale in Baviera (CSU), che insieme all’SPD danno vita alla maggioranza.
Il Frankfurt Allgemeine, popolare quotidiano tedesco di centrodestra, riporta infatti come non accenni a spegnersi la disputa tra la Canceliera Angela Merkel e il potente ministro dell’interno Horst Sehofer, dell’Unione Cristiano-Sociale di Baviera, causata dalla diversa posizione riguardo all’immigrazione in Germania e, più in generale, in Europa. Il braccio di ferro in atto sembra costare in termini di percentuali di voto all’Unione che, secondo i sondaggi, in questo momento arriva al 29%, il valore più basso finora registrato. Va meglio l’SPD, il partito Socialdemocratico tedesco, che invece guadagna 2 punti e ora raggiunge il 19%. Restano più o meno stabili gli altri partiti, soprattutto quelli di sinistra, e questo permette alla coalizione di sostenere ancora una maggioranza, governativa seppure risicata, nel Bundestag.
Horst Sehofer, intanto, appare deciso a non venire meno a quanto dichiarato: bloccare le frontiere a nuovi ingressi e rinviare negli stati d’origine tutti i migranti in arrivo. Questo dal primo luglio, esattamente alla scadenza dell’accordo di Dublino. Del resto, nel febbraio scorso, all’alba del suo quarto mandato di governo, la Merkel si era resa disponibile alle varie richieste della CSU, tra cui quella considerata essenziale, di mettere un limite al numero di richiedenti asilo ammessi in Germania ogni anno: non più di 200mila.
Il ministro degli Interni Sehofer ha proposto in questi giorni un piano composto da 63 provvedimenti tra cui la possibilità di respingere migranti che siano già stati registrati in altri paesi europei o che nel passato siano già stati respinti dalla Germania.
Da parte del partito bavarese la minaccia di far cadere il governo non è nemmeno troppo velata. Del resto la Baviera si trova nel sud–est del paese, e confina con Austria e Repubblica Ceca quindi è anche la regione della Germania che subisce il maggior impatto con l’immigrazione incontrollata. Questo sta facendo rischiare alla CSU che governa la regione ininterrottamente dagli ultimi settanta anni, di perdere parecchi voti a favore dell’AfD, partito di estrema destra estremamente intransigente nei confronti dei migranti, e tutto questo quando si avvicina ottobre, mese in cui proprio in Baviera si terranno le elezioni.
La Merkel intanto cerca di guadagnare tempo fino alla fine del mese quando il Consiglio europeo di Bluxelles si riunirà proprio per discutere la questione tentando di trovare una linea comune che permetta di gestire i flussi dei richiedenti asilo ma anche dei migranti economici che poi rappresentano la maggior parte degli arrivi. Non sarà facile.