Perché se gli insulti sono rivolti ad alcuni esponenti politici sono persino tollerati? Se le minacce vengono indirizzate al presidente di Fratelli d’Italia, perché non si attivano i “giornaloni”, né partono campagne di solidarietà e condanna da parte di alcune compagini politiche? Semplice: se sei di destra, allora non hai diritto allo stesso trattamento degli altri. E come ulteriore “aggravante”, come per Giorgia Meloni, se sei donna e di destra allora alcune infamie sono persino giustificate.
È quel vizietto cronico dei razzisti di sinistra: disprezzo totale per il rivale. È quella innaturale capacità che hanno alcuni soggetti di provare a giustificare sempre e comunque le offese che arrivano a chi non la pensa come loro. È il loro classico modus operandi: se sei di destra, meriti le offese.
Un insulto è un insulto, una minaccia è una minaccia e indipendentemente da chi e in che modo vengono formulati, dovrebbero essere condannati fermamente da tutti. Il confronto tra idee diverse, tra opinioni, tra pareri, non dovrebbe mai sfociare in minacce di morte, auspici nefasti e pensieri che farebbero rabbrividire chiunque.
Eppure questa è la situazione: l’hate speech, il bullismo da tastiera e il costante incitamento all’odio o si condannano sempre oppure no. Ed è inutile che alcuna intellighenzia si nasconda o si tiri indietro alla prima occasione quando proprio quell’odio che provano a tirare in ballo ogni due minuti, proviene per lo più da il loro ambiente.
Basta guardare prima nel proprio orticello, quello da cui vengono fuori i peggiori fatti. Proprio lì, tra Bibbiano e i truffati delle banche.