In campo tra polizia italiane e agenti dell’FBI c’erano circa 200 uomini ad agire contro la famiglia Gambino a New York e la mafia Inzerillo in Sicilia, l’altra mattina, in un’operazione concertata di qua e al di là dell’oceano. Diciotto i sospetti di mafia arrestati a Palermo, tra cui Salvatore Gambino, sindaco della città siciliana di Torretta, mentre un altro arresto è stato effettuato a New York.
L’operazione è scattata una volta che le forze dell’ordine sia americane che italiane si sono rese conto che il clan Inzerillo stava cercando di ristabilire la rete di potere di cui godeva in Sicilia in anni passati, il tutto grazie all’aiuto degli alleati americani, appunto i Gambino di New York.
Due degli arrestati – Francesco e Tommaso Inzerillo – sono rispettivamente fratello e cugino di Salvatore ‘Totuccio’ Inzerillo, un padrino che è stato ucciso in una guerra tra famiglie mafiose negli anni ’80 costringendo la sua famiglia all’esilio auto-imposto negli Stati Uniti. In realtà, negli ultimi tempi, tutta la vecchia mafia siciliana è in fermento da quando l’impero di Toto Riina si è sgretolato dopo la morte del boss, in prigione nel 2017. E così, quelli che il boss di Corleone avrebbe voluto vedere morire (“i fuggiaschi”) hanno rialzato la testa e creato un collegamento tra Palermo e New York, come riferisce il pubblico ministero Roberto Tataglia.
Tra “i fuggiaschi” quelli di maggior spicco sono sicuramente gli appartenenti al clan Inzerillo che, come osservato dalle forze dell’ordine stanno cercando di riappropriarsi dei loro vecchi affari così come erano prima della rottura con Riina. Per riuscire nell’intento si era resa necessaria una mano da parte degli americani della famiglia Gambino come si evince da un filmato riservato che riprende i Gambini in una riunione con il capo della famiglia Inzerillo, su un gommone, l’estate scorsa, al largo della costa palermitana.
I sospettati sono accusati di associazione mafiosa, estorsione e frode aggravata durante alcuni traffici di forniture alimentari all’ingrosso, e nella gestione di alcune bische. Beni immobili per circa 2,3 milioni di euro, più altri beni sono stati sequestrati dalle autorità italiane. L’indagine, soprannominata ‘New Connection’, ha registrato il forte legame stabilito tra Cosa Nostra Palermo e il crimine organizzato degli Stati Uniti, con particolare riferimento alla potente famiglia criminale del Gambino di New York ‘, sostiene un comunicato della polizia italiana, ricordando anche che la famiglia Gambino è considerata una delle 5 grandi famiglie mafiose italiane in USA. I Gambino si sono contraddistinti per la capacità avuta di fondare un vero impero del male, tutto basato su omicidi, strozzinaggio, e spaccio di droga sia al dettaglio che all’ingrosso, gioco d’azzardo e prostituzione.
Un duro colpo, però, la famiglia lo aveva ricevuto alcuni mesi fa quando il loro capo, Francesco ‘Franky Boy’ Cali, tra l’altro marito di Rosaria, sorella di Pietro Inzerillo, era stato ucciso a colpi di arma da fuoco davanti alla sua casa di Staten Island a marzo scorso. Era stato comunque proprio questo matrimonio che aveva unito due famiglie mafiose di primo piano anche dopo la morte di Pietro, che era stato trovato ucciso nel bagagliaio della sua auto con 5 dollari in bocca durante la guerra in Sicilia degli anni ’80. Dalla guerra di mafia degli anni ’80, gli Inzerillo erano usciti sconfitti dai Corleonesi di Riina che però avevano concesso loro la grazia purché non avessero mai più messo piede in Sicilia. Condizione che ormai sembra proprio fosse stata violata con un rientro continuo da subito dopo la morte di Riina.
Una volta onnipotente in Sicilia, la mafia è stata schiacciata negli ultimi due decenni, con molti capi messi dietro le sbarre, molte delle sue imprese sequestrate e molti nuovi delinquenti pronti a sfidarla, spesso la mafia nostrana si è ritrovata addirittura vessata da nuove mafie straniere, come quella nigeriana. Nonostante ciò, i giudici impegnati in prima linea contro i mafiosi da tempo avvertivano che l’organizzazione stata tentando di rinascere. Le difficoltà incontrate dalla mafia siciliana nascevano dal 1992 in poi, dopo la morte dei due migliori magistrati che l’Italia possa vantare, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Queste due uccisioni, infatti, si ritorsero contro il cancro della mafia, innescando l’indignazione popolare, facendo diminuire grandemente gli appoggi esterni di cui l’organizzazione godeva e costringendo i politici menefreghisti o addirittura compiacenti, ad agire.
La polizia ha dichiarato che gli arresti di mercoledì sono stati un modo appropriato per celebrare il 27 ° anniversario della morte di Borsellino, che cade appunto venerdì. Grande festa per i quotidiani italiani, che si sono esibiti in titoloni o in articoli pieni di pathos. ‘Il Padrino ritorna’, è stato il titolo de La Repubblica. ‘A Palermo, sono le tre di un mattino afoso. A New York, sono le 21 di una serata che sembra fatta di pioggia ‘, scrive Il Giornale. ‘Viene inviato un messaggio WhatsApp. È il segnale che la polizia e i loro colleghi dell’FBI stavano aspettando. ‘Vanno per le strade di Passo di Rigano, Boccadifalco, Torretta e allo stesso tempo, Brooklyn, Staten Island, New Jersey. Perché dalla Sicilia agli Stati Uniti, la vecchia mafia è tornata ‘…
Chi era Francesco ‘Franky Boy’ Cali il capo della famiglia Gambino
Due parole in più le vogliamo spendere per questa figura che si potrebbe definire “anomala” nel panorama del mafiosi. Infatti, Franky Boy è stato sicuramente il mafioso più riservato di sempre, tanto che spesso era sconosciuto anche ai suoi uomini, e di tutta la sua vita si avevano solo due fotografie., per altro entrambe segnaletiche.
Con la morte di Franky Boy oltre tre decenni di pace mafiosa sono stati spazzati via. E’ accaduto quest’ anno, a New York, il 13 marzo scorso. Il 53enne è stato attinto da sei colpi di arma da fuoco e investito da un camion fuori dalla sua casa, nel verdeggiante quartiere di Todt Hill a Staten Island. Sua moglie e i suoi figli erano dentro casa e un uomo è corso fuori al rumore degli spari, ed è poi crollato in ginocchio piangendo: era uno dei figli di Franky. L’omicidio di Cali è stato il primo attentato a un boss della mafia da quando John Gotti ha organizzato l’assassinio del capo del Gambino, Paul Castellano, nel 1985.
Calì era sempre stato considerato l’agnello di congiunzione tra la mafia americana e quella siciliana, e se non fosse stato ammazzato, probabilmente sarebbe riuscito nell’intento di far rinascere dalle ceneri la famiglia Inzerillo e di farne nuovamente forza egemone in Sicilia.