A furia di aizzare le folle contro il governo, a rimetterci la salute, con sempre più frequenza letteralmente, sono le forze dell’ordine, che sono costrette a subire sulla propria pelle le esternazioni fuori luogo e irresponsabili di chi intende fare politica con toni che la politica stessa ha abbandonato da oltre 50 anni.
La “rivolta sociale” di Maurizio Landini, proclamata, più volte rivendicata e mai rinnegata, ha portato a un aumento delle violenze contro le forze dell’ordine. Quasi come se le parole del numero uno della Cgil avessero legittimato le intenzioni di certi sedicenti democratici. Insomma, se questi nutrivano dei sentimenti, per così dire, poco confacenti alle regole di ordine pubblico, certe parole risuonano come un velocizzatore, un catalizzatore di cattive idee e della loro messa in pratica. Ma siamo sicuri che non era questa l’intenzione del segretario: il vero obiettivo era indebolire il governo, un governo che ha aumentato i salari e l’occupazione, ha tutelato gli stipendi delle fasce medio-basse. Che controsenso.
Lo dicono i numeri: le parole hanno un effetto sulle azioni, i cattivi maestri influenzano negativamente i loro adepti. Il Ministero dell’Interno ha pubblicato i dati ufficiali: quest’anno le violenze verso le forze dell’ordine sono state registrate in aumento rispetto allo scorso anno. Di quanto? Del 195,5%. Sono 260 gli agenti feriti quest’anno. E l’incredibile impennata è arrivata proprio dopo le parole pronunciate da Landini.
Da inizio anno, la media mensile era di 20 agenti feriti. Dal 6 novembre fino a fine mese, se ne sono registrati 31. Vari gli episodi. A Torino forse quello più devastante: ben 20 agenti trasportati al pronto soccorso in un colpo solo. Era il 15 novembre, ci si preparava alla rivolta sociale del 29 novembre e i giovani pro-Pal fecero esplodere un ordigno che conteneva sostanze urticanti. Ci sarebbero però da raccontare anche gli episodi di Bologna, gli scontri con la Polizia ancora a Torino nel giorno dello sciopero generale. In tutto, scioperi e cortei sono stati in tutto circa 11mila. Durante l’anno, la media delle manifestazioni è calata, ma non certo quella delle aggressioni, che anzi abbiamo visto aumentare: segnale inequivocabile, questo, che i facinorosi tendono a diventare sempre più violenti.
L’appello dei poliziotti: “Serve il ddl Sicurezza, subito”
Avevamo predetto che con un clima di mancata condanna e di malcelato assenso a certi eventi, la situazione sarebbe degenerata fino a scappare di mano. Valgono le parole di Domenico Pianese, segretario generale del Coisp, il sindacato di Polizia, che pur anticipando di alcune ore la pubblicazione dei dati sulle violenze, aveva già centrato il punto. Per dire che, talvolta, non servirebbe attendere l’ufficialità dei dati per capire come stanno le cose. Sperando che forse la certezza dei numeri possa convincere la sinistra a moderare i toni. Dunque, Pianese: “Non c’è tempo da perdere quando in gioco ci sono la sicurezza dei cittadini onesti e la tutela delle categorie più fragili – ha detto il segretario -. Il ddl sicurezza non è un orpello burocratico, ma uno strumento concreto e urgente per mettere le Forze di Polizia nelle condizioni di proteggere chi rispetta le regole e vive con dignità”. Infatti, “ogni giorno, uomini e donne in divisa affrontano rischi enormi per garantire la serenità di tutti i cittadini; ecco perché non possiamo permettere che lo facciano senza strumenti adeguati”. Per Pianese, ”questo disegno di legge rappresenta un vero e proprio atto di responsabilità verso chi crede nella giustizia, poiché offre mezzi più incisivi contro la criminalità e le minacce che gravano sui più deboli”. Insomma, ”ritardare l’approvazione significherebbe tradire chi ogni giorno opera per il bene della comunità e i cittadini stessi”.