Proprio stamattina su “Radio anch’io”, dominio Rai, è andata in onda un’intervista alla Senatrice di Fratelli d’Italia, Ester Mieli, che ha dovuto fare i conti con un’inappropriata domanda del conduttore Giorgio Zanchini, evidentemente a corto di idee per la propria trasmissione.
“Senatrice, lei è ebrea?”, questa la domanda del giornalista Rai, un’incauto interrogativo che evidentemente non tiene conto della privacy personale, sicuramente un intervento a dir poco inopportuno che Zanchini avrebbe potuto evitare, anche considerando la delicatezza di argomenti che riguardano la confessione individuale.
Lo Speaker radiofonico ha poi provato a giustificarsi, scusandosi per l’uscita fuori-luogo, ma il danno non è di certo passato inosservato: altro che “TeleMeloni”, qua sembra che ognuno riesca a dire la propria liberamente, talvolta anche troppo, usando parole improprie ed imbarazzanti nei confronti di ospiti radiofonici come nel caso di Ester Mieli.
Peraltro è piuttosto avvilente comprendere che qualcuno, ancora oggi, venga definito in base ad una credenza religiosa, considerando che la Costituzione italiana tutela da sempre la libertà di culto.
Strano però che il Partito Democratico, da sempre vanitoso paladino per la tutela dei diritti civili, non abbia ancora solidarizzato con l’onorevole Mieli di FdI: sembra quasi una dimostrazione lampante che certe battaglie, attecchiscano solo quando servono a riempire un programma elettorale.
Che dire poi, di chi come Canfora indica il Premier come “Nazista nell’animo”, evidentemente anche la sinistra non istituzionale – se veramente possiamo permetterci di definirla come tale- , non ha fatto approfonditamente i conti con la storia, ma è ormai chiaro che il flop delle opinioni tirate fuori a casaccio sia diventato il cavallo di battaglia, anche se più appropriato “di sconfitta”, dell’area progressista.
Altro che sani dibattiti e domande approfondite sullo sviluppo politico: se questi sono i presupposti c’è da rabbrividire pensando che la comunicazione si ritrovi molto spesso a regredire verso l’età della pietra. Dopo il polverone di Zanchini, però, bisognerebbe anche riflettere su tutti coloro che a sproposito hanno sempre disquisito sul “Politicamente corretto”, ignorandole basi di una conversazione reale e civile.
A proposito di religione ebraica, qualcuno ancora oggi addita la religione semita di essere portatrice di annientamento per quanto sta accadendo in Medio Oriente tra Israele e Palestina, ignorando totalmente la diversità delle opinioni di chi è direttamente o indirettamente coinvolto negli avvenimenti.
Altrettanto ridicolo che su questioni serie spesso non si raggiunga una maturità dialettica tale da poter costruire un apparato d’informazione utile agli ascoltatori, come per il “Caso Zanchini”, mentre su altri argomenti di minore importanza si sollevino polveroni inconsistenti.
Chissà se anche stavolta, per i soliti indignati speciali a sinistra, l’attenzione e la solidarietà saranno rivolte verso la Senatrice Mieli: se a pensar male si fa peccato, di certo la speranza in un periodo come questo non è delle migliori. Bufere a senso unico sono sempre ben accette dall’opposizione socialdemocratica, che ben se ne guarda dal condannare simili avvenimenti.
Il rischio di un mancato appoggio a discussioni come questa, è che si continui a foraggiare il pregiudizio: dove sono finiti tutti i benpensanti e monaci protettori delle minoranze, nonché strenui flagelli dello stereotipo? Saranno forse distratti ed impegnati a stanare il nemico totalitario ed inesistente della società italiana.