Senza speranza… nuovo blackout lascia metà del Venezuela nel buio

Il Venezuela subisce l’ennesima mazzata con oltre la metà del paese che resta di nuovo senza corrente elettrica, il tutto a pochi giorni dal peggiore blackout di sempre che aveva contribuito a mettere ancora più in ginocchio una terra ormai distrutta e una popolazione ormai allo stremo.
Scarne e spesso in contraddizione le notizie al riguardo. Il quotidiano El Nacional, ad esempio, riferisce che il blackout di questa settimana ha colpito 14 stati tra cui quello della capitale Caracas mentre per l’emittente NTN24 l’interruzione di elettricità ha riguardato 16 stati sui 23 che compongono la nazione venezuelana. In tutto questo, la vicepresidente Delcy Rodriguez – una sorta di portavoce di Maduro – si è presentata in televisione e ha lanciato un durissimo attacco contro quella che ha definito la “destra fascista” del Venezuela e i suoi padroni che risiederebbero a Washington.
Rodriguez, senza ovviamente presentare uno straccio di prova a sostegno delle sue teorie complottiste, ha affermato che l’attacco è stato portato a una delle linee chiave del paese, tutto organizzato dal “trio: sfortuna, perversione e criminalità”, che non sarebbero altro che Mike Pompeo, segretario di stato americano, John Bolton, consigliere di Trump per la sicurezza nazionale e Marco Rubio, senatore repubblicano al Congresso.
Facendosi delle domande, e dandosi poi delle risposte, Rodriguez ha spiegato che l’obiettivo di questi attacchi sconsiderati altro non sarebbe che “il popolo eletto” del Venezuela – l’ha chiamato proprio così – viva felice come accadrebbe se non fosse per i ribelli che minano le basi della pace. In ogni caso, ha ricordato sempre la vicepresidente, il governo sta già mettendo a posto le cose così come ha fatto, a tempo di record secondo Delcy, durante il primo blackout.
Resta il fatto che il paese risulta bloccato per la maggior parte: i servizi sono stati sospesi sulla metropolitana di Caracas, i negozianti hanno tirato le saracinesche dei negozi bui dove è impossibile commerciare, mentre i dipendenti pubblici sono stati mandati a casa da uffici e ministeri. NetBlocks fa sapere che il 57% dell’infrastruttura di telecomunicazioni del Venezuela risulta off-line.
Ovviamente, anche Maduro ha fatto sentire la sua voce accusando i soliti sabotatori e terroristi stranieri che tentano di far cadere il suo governo per gettare il Venezuela nel caos e depredarlo più facilmente del petrolio di cui dispone. Di contro, dalle poche notizie credibili che filtrano dal paese, questa volta colpa del blackout sarebbe stato un violentissimo incendio boschivo che ha trovato impreparati vigili del fuoco e protezione civile.
Intanto, sempre più angosciato e frustrato, il popolo venezuelano ormai da troppo tempo vive in condizioni estreme. Dice Denis Mendoza, un operatore di call center di 28 anni, una delle migliaia di persone rispedite a casa dal lavoro per colpa dell’interruzione di corrente, e che ha camminato per oltre 4 ore per raggiungere la baraccopoli di Petare dove vive. “Mi sento frustrato, annoiato, rassegnato e voglio lasciare questo paese. Non c’è più nemmeno la speranza qui. E non c’è niente altro da fare. “
“Siamo in mare aperto. Siamo come un bambino orfano senza un padre o una madre “, ha detto José Jaramillo, un operaio edile di 32 anni, quando ha iniziato a camminare verso casa dopo la chiusura del suo cantiere per colpa del blackout. Jaramillo ha detto di sentirsi confuso riguardo alle cause delle continue interruzioni di corrente che stanno rovinando il suo paese. “Il governo ha detto che si è trattato di un attacco informatico – e forse questo è quello che è accaduto davvero”, ha commentato, “ma ormai non sai chi sta dicendo la verità perché tutti i politici sono bugiardi … Nessuno di loro è buono. Non Maduro. Non l’opposizione. Nessuno di loro.”

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RK Montanari
RK Montanarihttps://www.lavocedelpatriota.it
Viaggiatrice instancabile, appassionata di fantasy, innamorata della sua Italia.

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