Sinistra divisa su tutto: Conte non firma il referendum  sulla cittadinanza 

La sinistra non riesce a mettersi d’accordo su nulla, anche un tema caro alle opposizioni come quello della concessione della cittadinanza agli stranieri diventa motivo di scontro tra Movimento 5 Stelle e Partito democratico. La raccolta firme online per il referendum ha raggiunto le 500 mila sottoscrizioni: è festa per politici, influencer, esponenti della sinistra. A guastare i festeggiamenti ci ha pensato il capo del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte che, al posto dei requisiti proposti dal Partito democratico per acquisire lo status di cittadino italiano, ovvero ridurre da 10 a 5 anni la residenza legale nel nostro Paese per poter avanzare la domanda (la cittadinanza passerebbe in automatico ai figli minorenni), punta sullo ius scholae e tira dritto per la sua strada, i grillini hanno già presentato al Senato la propria proposta di legge: ai minori stranieri basterebbe frequentare regolarmente per almeno 5 anni le scuole italiane o conseguire una qualifica professionale triennale o quadriennale. Lotta identitaria che si contrappone all’iniziativa promossa da associazioni, sindacati e partiti di sinistra. Divisione brusca che si ripercuote anche all’interno del Movimento 5 Stelle, con Vittoria Baldino, vicepresidente del gruppo alla Camera, che ha deciso di firmare il referendum di iniziativa popolare a titolo personale, distaccandosi dalla linea del partito: “È giunto il momento di aggiornare le nostre leggi in modo che rispecchino un’Italia più inclusiva e giusta”. 

A spegnere i facili entusiasmi ci ha pensato anche Giorgia Meloni in un punto stampa a New York a margine dei lavori dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, dopo aver ricordato che l’Italia è tra le Nazioni europee che accoglie il maggior numero di richieste sulla cittadinanza, ha dichiarato: “Penso che il termine dei 10 anni sia un termine congruo, penso che l’Italia abbia una ottima legge sulla cittadinanza. Dunque non ne ravvedo la necessità”. 

Smania rossa di facilitare la concessione della cittadinanza che si scontra ancora una volta con le divisioni all’interno del campolargo, impegnato a cercare una quadra per marciare compatti ma uniti solo da un nemico comune e non da idee condivise. Idee contrastanti che portano a divisioni che non piacciono agli elettori dei partiti di opposizione dato che i sondaggi testimoniano come solo i dem siano favorevoli all’alleanza, al contrario di M5s e Alleanza Verdi e Sinistra che non vedono di buon occhio il campolargo. I numeri non mentono, non basta la necessità di una poltrona per costruire una coalizione solida: la scalata al potere di Conte e Schlein si fa sempre più impervia. 

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Alessandro Guidolin
Alessandro Guidolin
Classe 1997, piemontese trapiantato a Roma. Laureato in giurisprudenza, appassionato di politica e comunicazione. “Crederci sempre arrendersi mai”

1 commento

  1. Bisogna dire la verità, il camaleontico Giuseppi ci sa fare, sia come avvocato che come giocatore di scacchi. Altrimenti non si spiegherebbe come mai sia ancora al suo posto nonostante non piaccia quasi a nessuno.
    Però se non ci fosse bisognerebbe inventarlo, altrimenti la sinistra dilagherebbe mettendo in seria difficoltà il governo. Il loro slogan (per chi non l’avesse capito) è “l’unione fa la forza”, non importano le idee, non importano i reati commessi, non importa se hai voglia di lavorare o di spassartela a mo di ISIS, l’importante è che ci voti e noi ti daremo anche la cittadinanza così potrai delinquere impunemente. Quando saremo in tanti riprenderemo il potere e di lì non ci smuoverà più nessuno. Le risorse (?) saranno ben distribuite fra quanti avranno la tessera di partito (ovviamente).
    Grazie Conte, continua così, te ne saremo eternamente grati!

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