Approvata in Consiglio Regionale del Veneto una risoluzione unanime che impegna l’istituzione ad assumere un impegno deciso per rafforzare le azioni contro la violenza e la discriminazione di genere, in risposta all’urgente necessità evidenziata dalla tragica vicenda dell’omicidio di Giulia Cecchettin. Il Vice Presidente del gruppo consiliare e primo firmatario della risoluzione, Enoch Soranzo, ha espresso profonda preoccupazione riguardo al costante aumento dei femminicidi, sottolineando la necessità di un approccio più incisivo per affrontare questa grave problematica sociale.
“La perdita di Giulia”, ha dichiarato, “è una ferita profonda per la nostra comunità. Oggi, con questa risoluzione, vogliamo trasmettere un messaggio forte e chiaro: la violenza contro le donne e ogni forma di discriminazione di genere vanno sempre condannate. Esprimendo la vicinanza alla famiglia di Giulia Cecchettin e di tutte le vittime di violenza, c’impegniamo a promuovere una cultura pienamente paritaria, auspicando la piena sinergia con le famiglie, anche e soprattutto per quanto riguarda gli aspetti legati all’educazione e all’affettività, e con le scuole, attraverso la realizzazione di progetti di educazione relazionale”.
Secondo i dati, gli omicidi di donne da parte di uomini legati a loro sono stati 60 nel Veneto dal 1999 al 2023, con una crescita costante negli anni. La situazione nazionale registra statistiche altrettanto preoccupanti, con 123 donne uccise nel 2017, secondo l’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT). Questi numeri rivelano la gravità del problema, che ha raggiunto proporzioni allarmanti nel primo periodo del 2021, con 178 omicidi totali, di cui 74 donne uccise in contesti familiari o affettivi, e che nel 2023 alla vigilia di Natale ha già raggiunto le 107 vittime.
L’ultimo report del Viminale, che ogni settimana monitora i reati di violenza di genere, rivela in particolare che dei 285 omicidi registrati dal 1° gennaio al 12 novembre, 102 hanno come vittima una donna. Di queste, 82 hanno trovato la morte in ambito familiare o affettivo e 53, più della metà, sono state uccise per mano del compagno, del marito o dell’ex partner. “Non possiamo quindi ignorare la realtà dei femminicidi”, chiosa Soranzo, “né restare indifferenti di fronte alle cifre che ci mostrano la gravità del problema. Vogliamo impegnarci come istituzione, con azioni concrete, a rafforzare le iniziative per contrastare la violenza di genere in tutte le sue forme, e per questo abbiamo istituito un premio a favore di studenti universitari, in memoria di Giulia, che presentino una tesi di laurea sui temi del contrasto alla violenza sulle donne.
È senza dubbio necessaria inoltre una giustizia più severa per i femminicidi; l’Italia dovrà affrontare il fenomeno con determinazione e impegno, lavorando per creare un ambiente in cui le donne possano vivere libere dalla paura e dalla violenza. È indispensabile anche sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sul tema del contrasto e della prevenzione della violenza di genere e di ogni altra forma di discriminazione nei confronti delle donne, educando alla parità e al rispetto, con l’esempio oltre che con le parole, contrastando gli stereotipi di genere e cambiando il linguaggio e le abitudini di una società che si fonda ancora sul predominio maschile.”