Presentata dal Presidente del gruppo consiliare regionale, Enoch Soranzo, una proposta di modifica alla Legge Regionale del 1988, con l’obiettivo di promuovere e valorizzare il settore del tartufo in Veneto. “L’iniziativa si basa sulla considerazione di una legge ormai datata”, dichiara il consigliere regionale Daniele Polato, “che dopo oltre 30 anni andrebbe aggiornata per far emergere il potenziale economico e culturale legato a una risorsa spesso trascurata. A livello nazionale, il mercato del tartufo si stima abbia un valore di almeno mezzo miliardo di euro, anche se gli esperti ritengono che questa cifra sia ampiamente sottostimata. Ciò che potrebbe sorprendere molti è invece che il Veneto, spesso trascurato quando si parla di tartufi, rappresenta un territorio estremamente promettente per questa attività”. In particolare, la regione offre numerose aree vocate alla produzione e coltivazione di tartufi, con varie specie di pregio. Tra quelle più rinomate ci sono lo “scorzone”, l'”uncinato”, il “bianchetto”, il “nero pregiato” e il “bianco pregiato”, tutte varietà che prosperano in diverse aree tra cui i Colli Euganei, i Colli Berici, le colline Moreniche del Garda, il Monte Baldo, i Monti Lessini, il Delta Polesano e le zone di Belluno e Treviso. “Nonostante la ricchezza di queste risorse”, sottolinea Enoch Soranzo, “il tartufo veneto spesso non riesce a emergere come dovrebbe, a causa della scarsa attenzione dedicata alla sua promozione. Questo settore potrebbe rappresentare una notevole risorsa economica per la regione, creando opportunità occupazionali e promuovendo un’identità culturale veneta praticamente sconosciuta. La proposta di modifica alla Legge Regionale del 1988 è destinata quindi a correggere questa situazione, introducendo aggiornamenti e specifiche linee guida per la tutela e la valorizzazione delle tartufaie controllate, coltivate in modo sostenibile. Particolare attenzione verrà riservata agli equilibri naturali preesistenti, alla difesa del territorio e al miglioramento dell’efficienza produttiva delle aree vocate alla produzione del tartufo.” La proposta prevede inoltre attività didattiche e informative per promuovere la conoscenza della tartuficoltura tra la popolazione locale e gli operatori del settore, ma anche nelle fiere e nel sistema commerciale. Questo sforzo educativo mira a sensibilizzare le persone su una preziosa risorsa naturale, e sulla garanzia che la sua coltivazione e raccolta siano condotte in modo sostenibile. Sono infine previste azioni di promozione dei territori vocati alla tartuficoltura e sui loro relativi prodotti. “Questo contribuirà a presentare il Veneto anche come una destinazione turistica privilegiata per gli amanti del tartufo, creando ulteriori opportunità per l’industria turistica regionale”, chiosa Polato. “In un periodo ancora segnato dalla crisi economica post-pandemia”, aggiunge, “l’iniziativa mira a individuare nuove leve di sviluppo economico, tra cui il turismo enogastronomico, lo smart tourism, il bike-tourism e il turismo esperienziale. Il tartufo è un tesoro del nostro territorio, e attraverso questa proposta di modifica legislativa, vogliamo assicurarci che sia riconosciuto e valorizzato come merita. La ricchezza delle nostre terre e la tradizione della tartuficoltura veneta devono essere preservate e promosse anche per le generazioni future.”