Cosa ci aspettiamo dalla società in cui viviamo? Cosa ci rende orgogliosi di appartenere ad una comunità, ad un territorio, ad un popolo? La matrice del senso di appartenenza ha molte sfaccettature e mille volti, ma uno dei volti più belli è quello della capacità di una comunità di prendersi cura delle persone più fragili, di quelle che non possono camminare nel mondo in autonomia e che senza supporto non possono sperare di avere un futuro dignitoso.
E così quando si incontrano realtà locali che riescono a fare quadrato ed a mettere a sistema risorse e competenze a servizio dei più svantaggiati si scalda il cuore.
Il comune di Terracina, in provincia di Latina, ci regala a fine d’anno la concretizzazione di un progetto che parte da lontano; da quando un assessore ai servizi sociali, oggi vice sindaco facente funzioni, si è incaponita con il sindaco di allora, oggi eurodeputato, a voler dare serenità ai ragazzi affetti da da disabilità grave ed alle loro famiglie.
Così con due immobili di proprietà comunale, confiscati alla mafia, sono stati attivati due progetti il “durante noi” e il “dopo di noi”. Il “Durante noi’ prevede un percorso di accompagnamento dei ragazzi disabili mentre i genitori sono ancora nella possibilità di prendersi cura di loro: per alcuni giorni ogni tre mesi i ragazzi saranno affidati alle cure della casa famiglia per iniziare ad affrontare la strada dell’autonomia. Il ‘Dopo di noi’, invece, rappresenta il passaggio successivo, quando le famiglie non sono più in grado di potersi occupare dei propri figli, questi troveranno il calore di quella casa che hanno già imparato a conoscere con il progetto propedeutico. Anche senza mamma e papà avranno calore, cure e assistenza, saranno sereni e i loro genitori non vivranno con l’assillo quotidiano di cosa sarà dei loro fiori più delicati il giorno che smetteranno di potersene prendere cura.
È un esempio doppio di virtù: immobili sottratti alla criminalità organizzata che serviranno a creare una rete di protezione per la fragilità. E dal cuore sale un grazie commosso, per questo regalo di fine dell’anno, a chi come il sindaco Procaccini, che oggi siede in Europa, ha creduto che si potesse fare ed ad un assessore ai servizi sociali Roberta Tintari, che oggi fa le funzioni di sindaco, ma che non ha mai mollato il suo sogno di rendere meno dura la vita di chi patisce queste difficoltà, un sogno che oggi è diventato realtà.