Sovranisti a comando: la sinistra attacca Musk solo perché ha battuto Kamala

Chissà come avrà reagito Elon Musk quando ha scoperto (se l’ha scoperto) che in Italia ha perso qualche account sul social di sua proprietà, X. Prima Pierò Pelù, poi Elio e Le Storie Tese. E dopo ancora Sandro Ruotolo, europarlamentare del Pd, che ha salutato i suoi follower con un tweet commovente: “Questo che leggerete è il mio ultimo tweet. Ho deciso di lasciare X e lo faccio a malincuore. Mi dispiace innanzitutto per gli oltre 70.000 che mi seguivano ma le ultime prese di posizione del signor Musk contro i magistrati italiani, il suo rapporto stretto con la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il suo ruolo politico nell’amministrazione Trump, mi impediscono di continuare a essere presente su X”.

“L’Italia sa badare a sé stessa”

Scelta legittimissima abbandonare X, ma non sembra la soluzione di fronte alle parole del visionario nei confronti dei giudici italiani, verso le quali c’è bisogno sicuramente di prendere le distanze. Lo ha fatto il capo dello Stato Sergio Mattarella: “L’Italia è un grande Paese democratico e devo ribadire, con le parole adoperate in altra occasione, il 7 ottobre 2022, che ‘sa badare a sé stessa nel rispetto della sua Costituzione’. Chiunque, particolarmente se, come annunziato, in procinto di assumere un importante ruolo di governo in un Paese amico e alleato, deve rispettarne la sovranità e non può attribuirsi il compito di impartirle prescrizioni”. Parole a cui è seguita la replica di Musk, tramite il suo referente in Italia: “L’imprenditore Elon Musk esprime il suo rispetto per il presidente Mattarella e la Costituzione italiana. Così come ribadito in una amichevole conversazione avvenuta con la presidente del Consiglio Meloni nel pomeriggio. Tuttavia, l’imprenditore sottolinea che la libertà di espressione è protetta dal Primo Emendamento e dalla stessa Costituzione italiana. Pertanto, da cittadino continuerà a esprimere liberamente le proprie opinioni”.

Ma anche gli esponenti del Governo si sono schierati ovviamente dalla parte dell’Italia e del presidente Mattarella: “Giusto e doveroso – ha detto Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio – che il Presidente della Repubblica, vertice della magistratura e garante della Costituzione, faccia sentire la sua voce. L’Italia sa badare a se stessa. Non ci servono ingerenze straniere di altri governi, di ong, di grandi media”. Anche Giorgia Meloni ha fatto sapere, tramite fonti di Palazzo Chigi, di ascoltare “sempre con grande rispetto le parole del Presidente della Repubblica”. Ma, in tutto ciò, ancora non abbiamo compreso la scelta di abbandonare X e di rifugiarsi, presumibilmente, nel mondo di Mark Zuckerberg, che in quanto a censure è anni luce avanti a Musk: se il proprietario di Tesla ha riconsegnato a Tweeter – è innegabile – una nuova libertà, il creatore di Facebook ha invece rivelato di aver censurato, su richiesta del governo americano di Joe Biden, informazioni sul Covid e sulla guerra in Ucraina. Non un lampo di genio per Pelù, gli ELEST e Ruotolo.

Sovranisti a corrente alternata

Non ci servono ingerenze. “Per Fratelli d’Italia questo vale sempre e con chiunque – ha detto Fazzolari – stupisce semmai che la sinistra si scopra sovranista a corrente alternata, invocando l’ingerenza esterna contro questo governo e scandalizzandosi quando a commentare le vicende italiane è una persona come Musk che a oggi non è in carica in nessun governo”. Due pesi, due misure come sempre. Le parole di Musk sembrano far indignare la sinistra soprattutto perché ha supportato Trump nella sua cavalcata vincente verso la Casa Bianca, solo perché vuole distruggere quel monopolio culturale che lì in America, come qui in Italia, la sinistra pensa di detenere. Sergio Mattarella, nel bacchettare Musk, ha fatto riferimento alle sue stesse parole utilizzate per un altro caso simile, anzi forse più grave, quando il ministro francese Laurence Boone spiegò che il suo governo avrebbe “vigilato” sui diritti civili in Italia. In quel caso, Mattarella condannò, Giorgia Meloni (premier in pectore) condannò, la sinistra non condannò. La sinistra non condanna neanche quando, ad esempio, le Ong cercano di influenzare costantemente le nostre politiche: quando hanno augurato “tutto il peggio” a Giorgia Meloni e al ministro Piantedosi, quando hanno organizzato una spedizione in Albania per vigilare sulle condizioni dei centri per i migranti, quando hanno cercato senza successo di proibire la manutenzione, da parte di Roma, di sei motovedette della Guardia costiera tunisina. La sinistra restò in silenzio in tutti questi casi perché ovviamente, per invadendo la sovranità italiana, veniva detto e fatto quello che ai dem faceva comodo.

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