Sparate UniverSalis

Dall’arresto in Ungheria fino al caso mediatico e politico, Ilaria Salis è diventata l’icona degli antifascisti contemporanei, quasi come se questi fossero riusciti a trovare finalmente un nuovo messia in tempi di magra. Gli argomenti trattati dalla nuova eurodeputata di AVS, sono molteplici, così come le idee confuse sui concetti di giustizia, diritto alla casa ed immigrazione. L’ultimo dei suoi exploit concerne l’abolizione del carcere come mezzo di detenzione, perché a detta sua non servirebbe a niente. Ora immaginate di vivere in una società in cui criminali di ogni tipo, ed anche piuttosto pericolosi, girano in mezzo alla gente comune come se nulla fosse. Terrificante, non è vero? Ancora una volta i compagni sono riusciti ad estremizzare Michel Foucalt senza comprendere pienamente il significato delle sue parole. Il punto è che gli istituti di detenzione servono proprio ad evitare che i delinquenti continuino a brulicare creando scompiglio tra le persone normali, non sembra poi così difficile da capire, eppure sembra esserlo per l’Honorable Salis. Poi che ci sia un problema di reinserimento dopo il percorso carcerario nella nostra società è tutto un altro discorso, ma è una questione che riguarda prettamente gli investimenti e i modelli adottati dagli esecutivi in tal senso. Qualcuno le dica che il sovraffollamento delle carceri non si risolve abolendole tutte: o meglio, sembrano aver provato in molti a rinfrescarle la memoria, ma la presa di coscienza non si è ancora verificata.

Per non parlare dell’ultimo evento antifascista insieme a Zerocalcare, tenutosi domenica scorsa alla Fabbrica del Vapore di Milano. Anche lì ne sono uscite di tutti i colori, in uno spezzone del programma “Di sera”, andato in onda su Rete 4 lo stesso giorno, sono stati proiettati alcuni frammenti dell’evento: inutile dire che la quantità di utopie sparate a vanvera  dalla Salis e dal fumettista, potrebbero essere utilizzate come carburante alternativo per far decollare aerei e treni di vario genere. Con ordine per quanto possibile, Zero ritiene che ci sia un pensiero  assurdo diffuso tra la gente, secondo cui se una persona sta in carcere non succede per caso. Esistono sicuramente casistiche in cui a pagare sono gli innocenti e questo è un tema da affrontare con la massima delicatezza e sensibilità, ma da qui a generalizzare completamente ce ne vuole. Sarebbe interessante sapere cosa ne pensi costui del Caso Toti, ma il dubbio è che questi pensieri stiano diventando esclusivamente strumentali per la retorica di una sinistra vuota di idee. A questo punto ci si aspetta che  l’illustratore antifa voglia appoggiare la riforma sulla giustizia del Ministro Nordio. Oppure no, visto che a detta del disegnatore “È evidente che la selezione della classe dirigente di Fratelli d’Italia avviene attraverso una formazione che ha degli elementi di continuità con i fascismi europei. Il pantheon su cui si fonda è esplicitamente fascista”, secondo quanto riportato da Il Fatto quotidiano. In effetti sembrava quasi strano che l’esperto di turno non avesse intenzione di fare qualche strano parallelismo con il ventennio, vista la sua continua ossessione per quel preciso periodo storico. Torniamo però alla Salis, vera protagonista di questo articolo e sostenitrice della teoria secondo cui il Beccaria andrebbe chiuso, mentre il carcere di San Vittore soffrirebbe di un presunto germe razzista, poiché  il 75% dei prigionieri non sarebbero cittadini italiani. Un motivo ci sarà, magari per chiarirsi le idee potrebbe provare ad incrociare i dati sulla delinquenza, forse riuscirebbe a comprendere come mai il numero di clandestini nelle prigioni italiane sia così alto. Ma no dai, alla fine parlare della discriminazione è sicuramente più comodo: che trionfi la pigrizia sulla ragione! Riflettere prima di parlare sembra essere un’attività fuori moda.

Per coronare questo Nuovo Cinema Inferno, non si può assolutamente tralasciare l’ultima dichiarazione dell’eurodeputata a La Repubblica sul processo a Matteo Salvini durante il periodo trascorso come Ministro degli interni, per la vicenda che coinvolse l’imbarcazione dell’ONG Ocean Arms: ”Il mio problema, ancora una volta, non è il fatto se Salvini va in galera, se Salvini non va in galera, il problema grosso è che negli ultimi 10 anni sono morte più di 30.000 persone nel Mediterraneo e questa è un’altra cosa di cui si tende a non parlare, che si fa di tutto per insabbiare. Quindi, ancora una volta, sempre con questi personalismi si tende a spostare l’attenzione da quelli che sono i problemi reali. Poi mi ha anche stupito come il governo si sia espresso a processo aperto, nel senso che comunque spetterebbe alla magistratura poi decidere se Salvini è colpevole o meno”. Una domanda completamente aggirata, ma era inevitabile che tutto questo accadesse. Insomma, prima parla del “mio problema” e poi si lamenta dei personalismi: poche idee ma confuse. Non sapremo mai – quasi sicuramente – se per Ilaria Salis, l’attuale Ministro dei trasporti meriti o meno di essere condannato ad una pena detentiva. Bel modo di portare avanti le proprie convinzioni.

La coerenza non sembra essere il suo forte, ma questo è un dramma che affligge una quantità indefinita di progressisti in tutta Europa. Molto interessante il fatto che abbia citato le morti in mare negli ultimi 10 anni, adesso chi glielo dice che prima di Salvini – durato peraltro poco più di un anno come Ministro in epoca gialloverde – il PD ha governato per un lungo periodo senza risolvere il problema? Ancora una volta bisogna ribadirlo: le persone continuano a morire perché sulla loro pelle giocano gli scafisti, l’unico modo per scoraggiare la clandestinità e i decessi scaturiti da situazioni precarie in ambito migratorio, è la prevenzione attraverso programmi come quello di ItaliAlbania. Certo, quest’ultima è una misura che non potrà prolungarsi per sempre, ma almeno è un punto di partenza. La Salis invece è arrivata proprio al traguardo, ma è possibile che continui a correre, alimentandosi con un regime a base di attestazioni indolenti.

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Gabriele Caramelli
Gabriele Caramelli
Studente universitario di scienze storiche, interessato alla politica già dall’adolescenza. Precedentemente, ha collaborato con alcuni Think Tank italiani online. Fermamente convinto che “La bellezza salverà il mondo”.

1 commento

  1. »L’ultimo dei suoi exploit concerne l’abolizione del carcere come mezzo di detenzione, perché a detta sua non servirebbe a niente«. Sig. Caramelli, Lei ha centrato in pieno il ‘profondo’, razionale concetto della aberrante neorappresentante AVS: la ‘pluricondannata’ disonorevole Salis è la prova tangibile di quanto ella stessa afferma, infatti il carcere a lei NON è servito proprio a niente. Non certo a redimersi correggersi, capire le molteplici cazzate fatte, pagare i debiti per occupazioni abusive, scontare le 4 condanne inflittele da Magistrati seri (fortuna che la Apostolico è ancora a Catania!).
    Però con le catene si è fatta una botta di pubblicità. Peccato che poi le abbiano aperte!

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