E anche in Europa si scade nell’inutile polemica sul fascismo. Accusare Fitto di essere un estremista di destra rasenta la follia, evidentemente gli europarlamentari dei gruppi Liberali, Verdi, Sinistra e S and D non hanno studiato la storia del ministro e, pur di attaccarlo, si rifanno al nulla, tra cui maschilismo e politiche anti-migranti. Lo stesso Fitto ha ricordato il suo passato nella Democrazia cristiana e sottolineato che la sua vicepresidenza non è legata al partito ma al Paese: “Voglio essere chiaro, non sono qui per rappresentare un partito politico. Non sono qui per rappresentare uno Stato membro. Sono qui oggi per affermare il mio impegno per l’Europa. Sono consapevole dei requisiti imposti ai membri della Commissione in base ai trattati e al codice di condotta. Se confermato, li rispetterò rigorosamente e agirò sempre e solo nell’interesse della nostra Unione e dei nostri cittadini”. L’audizione di Fitto è andata bene, come ammesso dall’eurodeputato Pd Dario Nardella, tuttavia, nonostante nel merito il candidato alla vicepresidenza Ue abbia convinto, l’assenso per la carica non si può dare per opportunità politica. Parte quindi il gioco dei venti incrociati con i commissari di ciascun schieramento (popolare, socialista, liberale) tenuti in ostaggio dagli schieramenti avversari. I dem, che non riescono a fare opposizione in Italia, la fanno in Europa e si schierano contro gli interessi del proprio Paese: distinguono il piano del giudizio a Fitto da quello sull’intera Commissione che è “sull’assetto politico” sui cui i socialisti hanno “fatto presente forti perplessità sull’attribuzione di una vicepresidenza a un esponente di Ecr che non ha votato von der Leyen a luglio”, spiega Dario Nardella. Su X il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, esprime perplessità per il comportamento della sinistra italiana: “trovo inconcepibile che alcuni esponenti del Pd chiedano adesso di togliere al commissario italiano designato la vicepresidenza esecutiva della Commissione Europea. Vorrei sapere dalla segretaria del Pd se questa è la sua posizione ufficiale: sottrarre all’Italia una posizione apicale per impedirle di avere una maggiore influenza anche su settori chiave come agricoltura, pesca, turismo, trasporti e infrastrutture strategiche. Possibile che preferisca mettere il proprio partito davanti all’interesse collettivo?”.
Tutto rimandato
Nonostante il capodelegazione di Fratelli d’Italia a Bruxelles, Carlo Fidanza, provi a risolvere lo stallo annunciando il voto favorevole a Von der Leyen: “Sul voto alla nuova Commissione Ue, esattamente come fu 5 anni fa, le diverse delegazioni nazionali del gruppo Ecr valuteranno autonomamente come esprimersi, la delegazione di Fratelli d’Italia sarà favorevole”, tutto è rimandato a data da destinarsi, nessuno dei 6 candidati alla vicepresidenza Ue è stato eletto. Ancora una volta si tenta di ridimensionare il voto dei cittadini attraverso giochi di palazzo che tentano di sovvertire la volontà popolare, la quale vuole un’Europa diversa, lontana dall’ideologia green e woke della sinistra e più attenta ai bisogni dei singoli Stati membri.
“L’Italia sa badare a se stessa”. dice il Presidente. E ha ragione, nel senso che non si accettano ingerenze dall’esterno.
Ciò che ha detto Mask per quanto fuori luogo sono parole e tali devono rimanere. Quello che fanno le nostre sinistre in Europa (e in casa) sono danni, non son parole. Allora è proprio vero che l’ Italia sa badare a se stessa, Presidente?