“Messaggio agli scettici delle alterazioni climatiche, sempre all’insegna del realismo. Il surriscaldamento c’è, innegabile, dipenderà pure da cicli indipendenti dall’essere umano, ma se noi possiamo limitare questo fenomeno, anche solo parzialmente, con le nostre scelte, abbiamo il dovere di farlo per le future generazioni. Basta con idiote posizioni negazioniste”. È quanto ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia partecipando agli Stati Generali sull’Ambiente. Rampelli- nel corso del suo intervento- ha toccato tutti i temi dell’agenda globale: energia, nucleare, clima e rifiuti.
(Energia)
“Anche sull’energia – ha precisato Rampelli- occorre partire dal risparmio, che è questione di educazione ecologica, precedente alle scelte tecnologiche. Non si può pensare di continuare ad accrescere la domanda di energia come se non ci fosse un limite creando gravi problemi ambientali e arricchendo in maniera esponenziale i gestori di energia, senza oltretutto che l’Autority preposta riesca a difendere adeguatamente gli interessi dei consumatori”.
(Nucleare)
“Sul nucleare ci sono due vie davanti all’Italia, la fissione e la fusione- ha detto – Sulla prima ben vengano la ricerca e il coinvolgimento di Eni ed Enel nei consorzi che gestiscono fuori dall’Italia questa tipologia di produzione, ma sono certo che non sarà possibile realizzare reattori nucleari sul nostro territorio, grandi, piccoli o medi che siano. Non riusciamo nemmeno a individuare i siti per lo stoccaggio dei rifiuti sanitari a bassissimo contenuto di radioattività, figurarsi una centrale…”
“È nella fusione che l’Italia può fare la differenza- ha osservato Rampelli- perché anche se fossero superati tutti gli ostacoli politici, burocratici, territoriali per costruire tra 15 anni un reattore nucleare da fissione, resteremmo sempre la retroguardia di questa tecnologia. Mentre essere la settima potenza più industrializzata e avere una capacità di ricerca scientifica importante ci consente di essere avanguardia del nucleare pulito. Questo deve essere il nostro obiettivo strategico: arrivare per primi alla fusione”.
(Energia rinnovabile)
“Ma occorre anche ricordare- ha puntualizzato – che la prima fonte rinnovabile di energia non sono il fotovoltaico o l’eolico, che ci costano un patrimonio e distruggono agricoltura e paesaggio, ma l’idroelettrico che già oggi, senza investimenti e senza il meccanismo della riconduzione forzata, assorbe il 18% del nostro fabbisogno producendo energia ad alto potenziale, buona anche per l’industria pesante (diversamente dalle altre). Dunque prima di avventurarsi nella difficile ‘scalata del cielo’ occorre essere pragmatici e puntare al 35% di energia prodotta dalle centrali idroelettriche, difendendole dal rischio delle gare europee.
(Rifiuti)
“Il modello di sviluppo globalista è in crisi e va superato urgentemente- ha aggiunto- Le materie prime iniziano a scarseggiare, reperirle è sempre più costoso, impattante dal punto di vista ambientale e sociale oltreché fortemente energivoro. Di conseguenza bruciare i rifiuti, cioè la materia prima seconda, è una totale follia, oltretutto nociva per la salute. Tant’è che nelle direttive europee si prescrive agli Stati nazionali l’economia circolare, cioè il modello della riduzione, del recupero, del riuso dei rifiuti”.
“Perché non riusciamo a perfezionarlo e a renderlo performante? Per assenza di adeguati investimenti, al 90% assorbiti dagli inceneritori. Infatti i soldi della tassa sulle ‘fonti assimilate di energia’ che tutti noi paghiamo sulla bolletta energetica finiscono lì. Per togliere i rifiuti dalla strada e avviarli ai percorsi di recupero i fondi cosiddetti CIP 6 andrebbero traslati sulla differenziata, che funziona per miracolo perché appunto non gode dei 4 miliardi l’anno con cui si sostengono i sedicenti termovalorizzatori, che non sarebbero economicamente sostenibili”.
“Portare una parte dei 4 miliardi sul processo circolare- ha concluso- farebbe funzionare i consorzi di recupero come orologi, risolvendo a monte anche il problema dei cassonetti in strada. Un orrore per le nostre città piene di arte e di bellezza. Resta il fatto che a monte occorre mettere in campo strumenti efficaci per la riduzione dei rifiuti”.