Lo scorso 11 aprile il Consiglio dei Ministri ha dichiarato lo stato di emergenza migranti per i prossimi sei mesi. Ma quali sono le cause che hanno portato a questa decisione? E che cosa cambia d’ora in poi?
IL CONTESTO ITALIANO
Dal 1 gennaio al 13 aprile 2023, secondo gli ultimi dati del Ministero dell’Interno, i migranti arrivati in Italia sono 32.321, con un incremento di circa il 300% rispetto allo stesso periodo del 2022 (quando si parlava di “soli” 8.432 migranti).
Se dovesse mantenersi questo andamento, si stima che entro la fine dell’anno potrebbero verificarsi oltre 400.000 nuovi arrivi, soprattutto se si tiene in considerazione il fatto che stiamo andando incontro alla stagione estiva, per cui la navigazione sarà ancora più facile.
L’aumento è stato dettato anche dall’incremento dei flussi dalla Tunisia e dalla Libia. Le regioni maggiormente interessate da questo fenomeno sono, per ovvie motivazioni, quelle della Sicilia e della Calabria. In particolare a Lampedusa, isola simbolo dell’emergenza migranti, solamente nei giorni dal 10 al 12 e dal 24 al 26 marzo sono state registrato 3.000 presenze, per una capienza per soli 389 posti.
In linea generale, ad oggi, sono 114.634 i migranti in accoglienza in Italia.
I dati sopra riportati riportano dunque una situazione emergenziale che sta vivendo il nostro Paese, che non può essere ignorata e che sta portando al collasso l’intero sistema di accoglienza, non più in grado di sostenere una tale condizione.
La saturazione dei posti disponibili e l’impossibilità di produrre o rafforzare nell’immediato nuove strutture sta facendo vivere al nostro Paese e a coloro che vi arrivano una situazione drammatica, che non può certo essere risolta attraverso una politica per così dire “ordinaria”.
LA RISPOSTA DEL GOVERNO MELONI
È perciò evidente che questa situazione necessitava di un approccio quanto più urgente e diretto per poter essere affrontata. Con la dichiarazione dello stato di emergenza il Governo intende così evitare che si realizzi il concreto pericolo che si annida dietro a queste ondate di arrivi, sia in termini di sicurezza che di salute pubblica.
Per meglio comprendere le ragioni dietro a questa decisione, è importante sottolineare che lo stato di emergenza, è un atto amministrativo, regolato dal codice di Protezione Civile, grazie al quale possono essere accelerate determinate procedure. Al momento, inoltre, sono in vigore in Italia circa una ventina di provvedimenti questo tipo, dall’emergenza dei profughi dell’Ucraina a diversi casi di alluvione.
Lo stato di emergenza, come già detto, avrà la durata di sei mesi e interesserà l’intero territorio nazionale. Il primo stanziamento è di 5 milioni, poi altri 20 milioni per tutti i sei mesi.
È prevista la nomina di un Commissario che avrà il compito di gestire l’emergenza, e di realizzare interventi urgenti e straordinari per il superamento dell’emergenza, la riduzione del rischio residuo, il ripristino dei servizi essenziali e l’assistenza alla popolazione.
Con questa dichiarazione il Consiglio dei Ministri ha dato insomma il via a procedere con tutte le azioni necessarie, a partire dalla realizzazione di nuovi hotspot e di centri governativi di prima accoglienza all’attivazione di un servizio continuativo di trasporto marittimo, dall’affidare alla Croce Rossa Italiana la gestione delle strutture di accoglienza ritenute maggiormente rilevanti ai fini della gestione efficace dell’emergenza alla costituzione di strutture di accoglienza provvisoria da utilizzare nelle m re dell’individuazione di posti nelle strutture governative di accoglienza già̀ esistenti.
SCELTA RESPONSABILE LO STATO DI EMERGENZA MIGRANTI: VIA LIBERA PER SOLUZIONI IMMEDIATE ED EFFICACI
La decisione assunta durante l’ultima riunione del Consiglio appare come l’unica scelta possibile e soprattutto responsabile, considerando l’attuale momento storico che stiamo vivendo, in cui purtroppo siamo di fronte ad una molteplicità di crisi tra loro concomitanti.
Come ribadito anche in Europa, il Governo Meloni mostra coraggio e prontezza nell’affrontare un fenomeno che è di fatto europeo e che è destinato ad aumentare con l’arrivo della bella stagione. Un tema quello dell’immigrazione che viene finalmente approcciato seguendo criteri seri e strutturali e che propone delle soluzioni rapide ed efficaci.
Un problema che, nonostante lo stallo europeo, questo Governo sta affrontando nella maniera più seria e immediata possibile, riconoscendo inoltre tutti i rischi ad esso connessi, per quanto concerne la sicurezza, intesa nel senso più ampio possibile.
Lo stato di emergenza dichiarato non intende affatto limitare alcuna libertà né tantomeno privare le persone dei loro giusti diritti. Al contrario, sarà possibile intervenire rapidamente sulle procedure, snellendo processi che in regime ordinario porterebbero ritardi nella realizzazione di opere e interventi, tanto che lo stesso premier ha dichiarato che: “abbiamo deciso lo stato di emergenza sull’immigrazione per dare risposte più efficaci e tempestive alla gestione dei flussi”.