Volodymyr Zelensky, durante una conferenza stampa assieme al Segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, ha ribadito l’importanza della ricezione dell’ausilio da parte dell’Occidente: “È importante che la consegna degli aiuti militari sia più rapida. Noi attendiamo sviluppi positivi da parte dei nostri partner. Sappiamo cosa possono offrire i nostri partner. Ma più veloce sarà l’invio di aiuti militari più potremo stabilizzare l’Ucraina” e ancora “Stiamo lavorando nella Nato perché gli Alleati inviino più sistema di difesa aerea. Oggi l’Australia ha annunciato che fornirà 4 sistema di difesa aerea per il corto raggio. Noi ci stiamo concentrando sui Patriot e sulle munizioni”.
Non è un mistero che tutte le forze occidentali stiano facendo il possibile per fornire un’ampia quantità di mezzi all’Ucraina per supportare la propria indipendenza contro la Russia, ma ci sarà comunque bisogno di tempo per consegnare al Governo di Kiev ciò di cui ha bisogno: in un periodo così difficile, in cui i conflitti internazionali si allargano a macchia d’olio, l’interscambio non è affatto facile. Specialmente per gli USA che sono da poco riusciti a trovare un accordo per l’invio di nuovi approvvigionamenti, i quali dovranno comunque fare i conti al contempo con una situazione delicata in Medio Oriente.
Jens Stoltenberg, però ha rassicurato sulla guerra tra Russia ed Ucraina, rispondendo alle parole di Zelensky: “Seri ritardi nell’invio di aiuti hanno comportato serie conseguenze. Ma non è troppo tardi perché l’Ucraina vinca, un maggior supporto ora è in arrivo. Gli alleati hanno ascoltato il tuo appello”.
Un intervento che è servito a chiarire le dinamiche dei ritardi, configurando un impegno costante da parte di tutti i paesi che hanno a cuore la causa ucraina. Le guerre, in particolar modo nell’era contemporanea, non si vincono dall’oggi al domani e di conseguenza è plausibile che l’Ucraina possa resistere ancora contro le aggressioni architettate dal Cremlino. Tuttavia sarà molto importante ricevere nuovi rifornimenti, per l’intero apparato militare ucraino, che senza alcun mezzo di difesa potrebbe normalmente collassare a causa dell’incapacità di reagire e di mettere in campo anche una semplice controffensiva che indebolisca il nemico nei punti nevralgici.
Le preoccupazioni di Zelensky, sono ben note, la NATO l’ha invitato più volte a mantenere la calma, in vista del grande supporto con cui hanno contribuito tutti i paesi facenti parte dell’alleanza atlantica. L’entrata dell’Ucraina nella NATO potrebbe finalmente liberare l’Ucraina ed il Premier dalle preoccupazioni, ma se la Russia dovesse continuare l’invasione sarà guerra aperta con ampi coinvolgimenti a livello internazionali: difficile che questo possa accadere in realtà, considerando che parte dell’industria bellica russa si basa sugli aiuti militari ora forniti da paesi come l’Iran e la Nord Corea, stati non di certo indifesi, ma che in un conflitto mondiale non riuscirebbero ad avere la meglio (lo dimostra anche l’offensiva teocratica iraniana sventata proprio da Israele negli ultimi tempi).
Oltre alle parole di conforto ed alla sicurezza dei piani, servirà comunque una maggiore applicazione da parte della NATO, che ora come non mai ha tutti gli occhi puntati addosso, in qualità di “Ambasciatore” delle politiche atlantiste: sarebbe infatti controproducente per un uomo come Stoltenberg mentire sull’impegno preso, anche valutando il rilievo di una persona del suo calibro in uno scenario internazionale devastato non soltanto dalla guerra, ma anche dalle crisi commerciali ed economiche come quella del Mar Rosso.
Una previsione del futuro risulterebbe ora più che mai azzardata, anche considerando l’incertezza e la situazione delicata a livello geopolitico, ma di una cosa siamo quasi certi: ancora una volta l’Occidente dovrà dimostrare la propria forza e la propria tenacia, un’ardua messa alla prova a cui però quest’ultimo ha deciso di non sottrarsi quando la maggior parte dell’opinione pubblica mondiale lo dava per vinto. Dal conflitto russo-ucraino potrebbero dipendere anche il resto degli attuali conflitti in corso, sarà importante quindi non lasciare nulla al caso.