Stop agli eco-vandali: sanzioni fino a 60000 euro per chi attacca il patrimonio artistico

“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.”

Questo il testo dell’articolo 9 della nostra Costituzione, che prevede una tutela diretta del patrimonio storico e artistico italiano. Un patrimonio che vale circa 986 miliardi di euro, di cui 174 miliardi riguardano i beni storici, artistici, archeologi e archivistici. Secondo gli ultimi dati ISTAT disponibili, l’Italia vanta 4.908 tra musei, aree archeologiche, monumenti e ecomusei aperti al pubblico. È un patrimonio diffuso su tutto il territorio, tanto che in un comune italiano su tre è presente almeno una struttura a carattere museale. Oltre ai musei, le gallerie e le raccolte di collezioni (pari a 3.882), abbiamo 630 monumenti e complessi monumentali, 327 aree e parchi archeologici e 69 strutture ecomuseali.

L’Italia possiede dunque un patrimonio artistico e culturale unico e insostituibile nel suo genere e detiene attualmente il maggior numero di siti inclusi nella lista Unesco dei patrimoni dell’umanità, per un totale di ben 58 siti.

Tuttavia, ad oggi questo patrimonio inestimabile è spesso vittima di atti vandalici che ne minano la stessa esistenza. Sono purtroppo episodi ricorrenti e diffusi, spesso opera di eco-attivisti che tentano di ottenere visibilità attraverso queste azioni eclatanti.

Lo scorso luglio il movimento “Ultima Generazione” ha iniziato la sua protesta agli Uffizi di Firenze, arrivando in pochi giorni a Milano e a Roma, dove tra le altre cose i protagonisti si sono legati alla base della statua di Laocoonte. A novembre, due ragazze hanno lanciato una zuppa di verdure contro l’opera di Van Gogh “Il seminatore al tramonto”, esposto a Roma a Palazzo Bonaparte.

A marzo gli stessi vandali-attivisti hanno imbrattato con della vernice lavabile la facciata di Palazzo Vecchio, e, infine, ad aprile hanno versato del liquido nero a base di carbone vegetale nella fontana della Barcaccia, il che ha rappresentato, come dichiarato dal Ministro Sangiuliano “L’ennesimo, gravissimo, episodio che ha colpito uno dei monumenti simbolo di Roma” e che ha rappresentato “la goccia che fa traboccare il vaso” per cui “È ora di dire basta: siamo davanti ad una sistematica azione di vandalismo del nostro patrimonio artistico e culturale che non c’entra assolutamente nulla con la tutela dell’ambiente.”

Una vera e propria azione di violenza che danneggia reiteratamente il nostro patrimonio. E che non viene attuata solamente per questioni di protesta. L’ultimo recente episodio ha infatti riguardato un turista statunitense che sempre lo scorso ottobre ha scaraventato a terra i due busti in marmo d’epoca romana (del I sec. d. C.) all’interno dei Musei Vaticani, perché, a sua detta, voleva incontrare il Papa.

Questi sono solo alcuni dei drammatici episodi che stanno vivendo il nostro Paese e il nostro patrimonio artistico e culturale. E soprattutto sono episodi che troppo spesso rimangono impuniti.

Precisamente per questo motivo durante l’ultimo Consiglio dei Ministri dell’11 aprile è stato approvato “un disegno di legge per contrastare i sempre più frequenti fenomeni di vandalismo che colpiscono i nostri beni culturali e paesaggistici, aggiungendo sanzioni amministrative a quelle penali.”

Disposizioni che intendono rispondere in maniera più seria ed efficace a tutti quegli episodi di vandalismo che stanno affliggendo il nostro Paese e le sue opere. Perché non “basta applicare la legge”, come è stato detto, ma occorre dare un segnale concreto del fatto che in Italia chi sbaglia, paga. Soprattutto quando si tratta di azioni che danneggiano la nostra stessa identità ed eredità culturale.

Il nuovo decreto legge si pone dunque come un’ulteriore azione a difesa del patrimonio culturale italiano. Certo, già la legge n.22 del 9 marzo 2022 aveva apportato delle modifiche in tal senso al Codice Penale, ma ad oggi queste vedono un inasprimento, dettato dall’attuale contesto sempre più drammatico per il nostro territorio, in modo che chi compie azioni del genere si assuma una anche responsabilità economica, oltre che penale.

Con quest’ultimo provvedimento si aggiunge infatti “una sanzione amministrativa tra 20.000 e 60.000 euro per chiunque distrugge, disperde, deteriora o rende in tutto o in parte inservibili o non fruibili beni culturali o paesaggistici propri o altrui.” È prevista inoltre una sanzione fino a 40.000 euro per chiunque deturpa, imbratta o destina i beni culturali a un uso pregiudizievole o incompatibile con il loro carattere storico o artistico.

Come ribadito dal Presidente Melonichi danneggia il nostro patrimonio artistico non può e non deve farla franca.” Perché il nostro patrimonio non è solo una grandissima ricchezza per il nostro Paese, ma è anche la rappresentazione della nostra identità e della nostra cultura, che continua a esistere e resistere da secoli. La sua tutela è prevista dalla stessa Costituzione e la legge ha quindi il compito di far osservare tale principio. Bisogna agire per la valorizzazione della bellezza italiana, contrastando tutti gli attacchi all’arte. Le nuove misure intendono agire esattamente in questo senso, in modo che la nostra identità culturale e storica non venga più intaccata e deturpata da insensati e inconcepibili atti di protesta, che questo Governo condanna nella maniera più assoluta.

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