Stop agli sconti di pena per infermità mentali negli omicidi familiari

Femminicidi e più in generale gli omicidi familiari richiamano purtroppo spesso ad infermità o seminfermità mentali che finiscono per garantire impunità a chi li commette.

È una situazione ben nota, delineatasi dopo la famosa sentenza a sezioni unite delle Cassazione (la 9136 del 2005) che ha conferito dignità ai disturbi di personalità.

Per questo da tempo abbiamo presentato una proposta di legge di modifica degli artt 88 e 89 del codice penale che disciplinano la materia introducendo la discriminante psicotica al momento dell’atto.

La normativa esistente è piuttosto arcaica e non vi è alcun dubbio che su questo tema molti autori di reati gravi abbiano ottenuto sconti di pena o addirittura esoneri totali.

In questo periodo mi sono confrontato con autorevoli psichiatri come Giuseppe Nicolò, curatore del nuovo Dsm, Donatella Marazziti, Vittorio Di Michele, Andrea Balbi, Angelo Ceru, Stefano Castagnoli, Gianni Giuli, ma anche altri.

Da loro (che sono indipendenti dalla politica) ho saputo che avere un disturbo mentale non significa affatto essere “folli”. Non lo sono coloro che hanno disturbi dì personalità, né quelli con disturbi dell’umore anche con momentanei sintomi psicotici.

Al di là della questione della pena, che deve essere sempre riabilitativa, ciò che è importante sottolineare è proprio questo, squarciando un velo sulle ignoranze.

Confidiamo che la nostra proposta di legge possa essere approvata e che si apra un dibattito laico, senza dogmatismi, tipici di un’Italia in cui qualsiasi argomento diventa divisivo.

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Alfredo Antoniozzi
Alfredo Antoniozzi
Vice capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera

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