Ue stop auto inquinanti dal 2035, la sinistra ripara ai suoi errori con le tasche dei contribuenti
Martedì 14 Febbraio il Parlamento Europeo ha approvato in via definitiva i nuovi obiettivi giuridicamente vincolanti per la riduzione delle emissioni di CO2 di autovetture e furgoni leggeri a partire dal 2035.
A favore dell’emendamento hanno votato gli europarlamentari dei gruppi di sinistra Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Italia Viva e Verdi; contrari quelli della coalizione del centrodestra Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega.
La decisione di mettere fuori commercio i motori termici dal 2035 è una pericolosa e incontrollata accelerazione verso la distruzione del settore industriale automotivo e la dipendenza dalla Cina.
La “green revolution” è sicuramente un obiettivo importante per la sostenibilità generazionale ma la decisione dei gruppi di sinistra sembra non tenere conto della realtà quando “pensano” le proprie linee politiche. In difesa del vessillo ambientalista la scelta di puntare solo sull’elettrico sembra poco prudente e lungimirante.
Gli europarlamentari che sostengono il Governo Meloni hanno tenuto una posizione contraria al nuovo regolamento preoccupati da una certa ideologia ambientalista che è disposta a scelte devastanti senza curarsi minimamente delle conseguenze, come, tra le altre cose, il rischio per oltre settantamila lavoratori di perdere il posto.
Incomprensibile che questi sedicenti paladini del green non tengano conto, nonostante i molti studi in circolazione, come ad esempio lo studio dei ricercatori spagnoli dell’Università Politecnica di Madrid (UPM), dell’aggravio ambientale che apporta la filiera di produzione e smaltimento delle batterie elettriche e delle relative materie prime.
Un incredibile favore alla Cina che detiene il 40% di litio grezzo estratto a livello mondiale. Il rischio di pesanti ricadute sul sistema produttivo italiano è altissimo per non parlare della pericolosa dipendenza economica in cui scivolerebbe l’Italia nei confronti del gigante asiatico.
Lo stesso Presidente del Consiglio Giorgia Meloni condivide le preoccupazioni degli operatori del settore dichiarando che «Lo stop dal 2035 ai motori termici mette in grave difficoltà l’industria europea dell’automotive, che si confronta in un mercato globale dove non ci sono regole così stringenti nel breve-medio termine. Il cammino verso una sostenibilità ambientale maggiore dev’essere graduale e non deve mettere in difficoltà le imprese italiane ed europee.

Imporre una scadenza così ravvicinata per una trasformazione epocale di questo tipo rischia di avere conseguenze pesantissime dal punto di vista occupazionale e produttivo, oltre ad avere dubbia efficacia dal punto di vista ambientale visto l’impatto elevato sull’ambiente della produzione di auto elettriche e la sempre maggior efficienza di quelle a combustione. Dobbiamo prevenire questa emergenza. C’è convergenza in Italia su questo tema e lo porrò con forza in sede europea». Fratelli d’Italia, insieme al Governo, sono contro un’accelerazione troppo forte sulla produzione di auto elettriche.
Le sinistre europee sfruttano il vessillo dell’ambientalismo per perorare le loro irrealistiche battaglie, che non trovano neanche fondamento nell’abusata tesi che questa eco-follia abbatterà l’inquinamento. In realtà causerà solamente la perdita di innumerevoli posti di lavoro, soprattutto nel nostro Paese. La pesante eredità dei Governi precedenti che non hanno investito nel settore produttivo, non può essere messa in conto sulle tasche dei contribuenti. Fratelli d’Italia e il Governo non permetteranno di utilizzare i cittadini ancora una volta come “salvagente-salvadanaio” di politiche scriteriate.
Il termine del 2035 per la sospensione deve essere spostato per permettere i giusti adeguamenti nel settore automotivo così da poter procedere con una transazione green, necessaria sì!, ma graduale.