“Mi porto dietro l’amarezza di un caso, forse il più eclatante, sanguinoso e impressionante al quale abbia assistito nella mia vita, in cui si è andati a pescare nell’acqua sbagliata. Insomma, il tutto mi dà l’idea che giustizia non sia stata fatta. E mi pare di vedere che questa sia una cosa condivisa. Altrimenti, Mambro e Fioravanti non avrebbero dovuto godere di quei benefici di legge di cui hanno goduto”.
Lo ha detto all’ADNKRONOS, Sandro Veronesi, scrittore, vincitore del Premio Strega con “Il Colibrì” – (La Nave di Teseo) e fratello del regista Giovanni.
Veronesi, un passato da giornalista d’inchiesta, ha aggiunto, riferendosi alla Strage di Bologna che si tratta di un ”terreno veramente doloroso e delicato. Però, per come ho analizzato le cose, quando mi è capitato di studiare tutta la vicenda di Mambro e Fioravanti, dei loro omicidi e delle loro scorrerie criminali, mi pare evidente che loro nella strage non c’entrino. Questa è la mia impressione, suffragata dalle ricerche che ho fatto negli anni Novanta per un film che poi non si è mai realizzato”.