“Certe ferite non si rimargineranno mai perché nel loro solco è rappresentata la memoria di un passato che vivrà per sempre, perenne monito per i posteri a continuare a combattere contro tutte le mafie. Grande onore e incommensurabile rispetto nei confronti delle donne e degli uomini che ogni giorno pagano con la propria vita il prezzo della nostra libertà”. Lo dichiara il Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, on. Edmondo Cirielli. “A 32 anni dalla strage di via D’Amelio, si rinnova l’obbligo morale ed etico della memoria di coloro che, animati da una grande passione, hanno lottato contro la criminalità organizzata. Quel nefasto 19 luglio del 1992 vide l’offensiva mafiosa contro lo Stato mietere sei illustri vittime: il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti della scorta, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. E circa due mesi prima, il 23 maggio, un’altra strage, quella di Capaci – nella quale persero la vita il giudice Giovanni Falcone, sua moglie, il magistrato Francesca Morvillo, e i tre agenti di scorta, Vito Schifani, Antonio Montinaro e Rocco Dicillo – aveva segnato profondamente la storia italiana. Il ricordo di questi servitori ed eroi della Nazione resterà indelebile nella memoria collettiva”, aggiunge il Vice Ministro. “Falcone e Borsellino hanno fatto della lotta per la legalità il fulcro della propria esistenza. E grazie al loro preziosissimo lavoro da magistrati è stato possibile individuare moltissimi esponenti di Cosa Nostra consentendo allo Stato di processarli e condannarli con sentenze definitive”, conclude Cirielli.