La notte tra il 26 e il 27 maggio di 30 anni fa, un furgone carico di tritolo esplose in via dei Georgofili a Firenze, proprio accanto alla galleria degli Uffizi. A perdere la vita Dario Capolicchio, 22 anni, Fabrizio Nencioni, la moglie Angela Fiume e le loro piccole Nadia 9 anni e Caterina di appena 50 giorni. Erano gli anni della strategia del terrore e la mafia metteva a segno l’ennesimo attentato, varcando i confini della Sicilia e colpendo per la prima volta anche il cuore del nostro patrimonio artistico culturale, gli Uffizi di Firenze.
‘Stragi ancora in cerca di verità e giustizia’ ha detto qualche giorno fa il nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. In questi decenni non si è mai smesso di provare a fare piena luce su quanto accaduto al di là della verità processuale che ha portato a 15 ergastoli tra cui quello a Matteo Messina Denaro. Le indagini delle Commissioni antimafia che si sono succedute hanno fatto emergere nuovi elementi e avanzato la possibilità di nuove ricostruzioni dell’accaduto. Sulle orme di quanto emerso, la Commissione antimafia, che ho l’onore di presiedere, continuerà a cercare la verità con determinazione e ostinazione. Per Dario, Fabrizio, Angela, Caterina e Nadia che come tutte le altre vittime di mafia avrebbero meritato di vedere molti altri ‘tramonti’”. Così la presidente della commissione bicamerale antimafia Chiara Colosimo, di Fratelli d’Italia.