Per il secondo anno consecutivo, il Ministero della Cultura guidato da Gennaro Sangiuliano ha deciso di lasciare i musei aperti anche a Ferragosto. È stato dunque un 15 agosto movimento per la Cultura in tutta Italia: ieri, il ministro Sangiuliano si è recato prima al Colosseo per “ringraziare – scrive sui social – le lavoratrici e i lavoratori che oggi prestano la loro opera per garantire la fruibilità del nostro patrimonio”. Poi è stato il turno di una riunione, con sottosegretari, capi dipartimento e direttori generali per fare “il punto sulle attività in corso e i progetti futuri”.
L’iniziativa di tenere i Musei aperti anche durante la giornata di Ferragosto nasce dalla più generale volontà di aprire i siti culturali al pubblico, ai milioni di visitatori che scelgono l’Italia come meta delle loro vacanze, durante tutte le festività dell’anno. Strategia, anche questa, partita con la volontà di voler sfruttare al meglio un comparto, quello turistico, che compone l’1% del Pil. E gli ottimi numeri delle visite in Italia, nelle città, nei luoghi di villeggiatura, marini e montani, dimostrano che la strategia sta funzionando. In primis, proprio perché mantenendo aperti i musei, i turisti sono incentivati a visitare le nostre città tutto l’anno, garantendo un continuo di ingressi anche durante le festività. In secondo luogo perché, come detto, con prezzi ancora concorrenziali malgrado la forte inflazione, il turismo compone una fetta importantissima della nostra economia. E offrendo maggiori servizi, come l’apertura dei musei anche nei giorni festivi, il flusso di turisti acquista una marcia in più.
“Ferragosto al Museo” si può dire dunque riuscita: l’iniziativa di mantenere aperti musei, parchi, ville e altri beni di proprietà dello Stato, ha fruttato numerosi ingressi e importanti entrate per i singoli siti (gli ingressi sono infatti rimasti a pagamento) segnando una netta separazione con il passato, quando ancora un’Italia non al passo con i numeri e i servizi offerti dai competitori stranieri, non riusciva a garantire un servizio fondamentale per i turisti. “È finita l’epoca – ha detto Sangiuliano intercettato dal Tg2 durante la sua visita al Colosseo – in cui si leggevano quei brutti titoli di giornale in cui si affermava che c’era stata la “beffa di Ferragosto”, perché magari tanti turisti stranieri, ma anche italiani, avevano trovato chiuso qualche museo. Io sono venuto qui – ha aggiunto il titolare della Cultura – a salutare e a ringraziare le tante lavoratrici e dei tanti lavoratori che con il loro impegno rendono possibile la fruizione dei nostri straordinari beni culturali”.
E i numeri non mentono: secondo i dati emanati dal Ministero della Cultura, sono stati oltre 100mila i visitatori dei vari musei italiani. Tra i siti più visitati, troviamo proprio il Colosseo, con oltre 22mila ingressi, seguito dal Foro Romano e dagli Scavi archeologici di Pompei. Seguono gli Uffizi, il Pantheon, la Galleria dell’Accademia di Firenze e la Reggia di Caserta. Ottimo risultato anche per il ViVe, il complesso formato da Palazzo Veneziale e dal Vittoriano, da poco tempo ristrutturato e riconsegnato alla città: 10mila circa gli ingressi. E il lavoro va avanti: tanti i nuovi musei inaugurati negli ultimi mesi, anche non nelle grandi città, come a Castellammare di Stabia o ad Ostia. Il tutto, ha detto Sangiuliano ai microfoni Rai, per “aumentare l’offerta e la qualità dei nostri musei che sono – ha concluso il ministro – la geografia identitaria della nostra Nazione”.