Mai come in questi giorni si è parlato tanto di Leonardo Da Vinci, genio incommensurabile che nessuno può dimenticare, ma anche motivo di scontro tra Italia e Francia da quando i francesi hanno deciso di fare loro questo personaggio del passato per il solo fatto che all’epoca Leonardo soggiornò tre anni sul suolo francese e vendette sempre ai cugini di oltralpe la meravigliosa Gioconda.
A parte questo, nell’anno in cui ricorrono i cinque secoli dalla morte del sommo genio italiano, un’altra questione tiene il nome di Leonardo in cronaca. Si tratta di un dipinto su tavola di cui vi abbiamo già parlato tempo fa anche qui su La Voce del Patriota. Il dipinto, denominato “Salvator Mundi” è stato battuto all’asta nel 2017 per 450 milioni di dollari da un misterioso miliardario saudita, che pare non fosse altro che un rappresentante del principe ereditario Mohammad bin Salman Al Sa’ud. Da quel momento in poi, però, il quadro non è stato più visto e nessuno sa dire che fine abbia fatto o dove si trovi.
Le domande sollevate dal dipinto sono dunque tante e complesse, oltre a chi ne sia l’attuale proprietario e dove sia oggi conservato, c è un problema che investe direttamente Leonardo. Quest’anno, infatti, è in programma una esposizione “universale” delle sue opere che si terrà al Louvre nell’ottobre prossimo. In vista di ciò, era stata avviata la ricerca del proprietario del Salvator Mundi così da poterlo chiedere in prestito e presentare durante l’esposizione. Niente da fare però. Nessuna risposta, nessuna traccia tanto che i più malevoli hanno cominciato a pensare che forse il Salvator Mundi non sia davvero un’opera di Leonardo e che quando qualcuno se ne sia accorto era magari troppo tardi per dirlo e per far fare una pessima figura a tanti grandi esperti, compresi i maggiori conoscitori di Leonardo che avevano dato parere favorevole all’attribuzione.
Ma ammettendo invece che l’opera sia vera e frutto del genio italiano – e sottolineiamo italiano – a questo punto subentrano anche temi etici o giuridici, tipo: un acquirente che abbia acquisito il completo controllo di un bene, qualora si tratti di un’opera d’arte di valore mondiale, ha poi l’obbligo di mostrarlo anche se non vuole? Molti invocano in proposito i diritti morali perpetui e inalienabili sulle opere d’arte, che si opporrebbero così alle prerogative del proprietario. Improbabile però, almeno in questo caso, che un simile ragionamento trovi presa nelle leggi saudite, limitando il diritto di proprietà.
Del resto, lo stesso discorso vale dal punto di vista economico. Se chi acquista è quello che paga di più, avrà lui tutti i diritti, altrimenti perché appunto pagare di più?
Tuttavia, è sconvolgente che un individuo, chiunque egli sia, può avere il godimento esclusivo da qualsiasi punto di vista di opere incommensurabili come il Salvador Mundi. Per fortuna, la maggior parte delle opere d’arte di grande rilievo, appartiene ai musei. Ma per le altre, possiamo legittimamente chiederci circa un possibile cambiamento nel loro status giuridico secondo il diritto internazionale? L’Unesco, in base al suo statuto, potrebbe avere un ruolo di primo piano in materia.