Inverno demografico, crollo delle nascite, aumento dell’età media delle donne per il primo figlio. Sono tutte facce della stessa della medaglia, elementi che delineano uno scenario sempre più evidente: la popolazione italiana – anche se il fenomeno interessa l’intera Europa – è sempre più anziana. Secondo i dati di Eurostat, infatti, l’Italia è la terz’ultima nazione europea per natalità, superando solo Spagna e Malta.
L’invecchiamento della popolazione, che è destinato ad accentuarsi nei prossimi anni, avrà molti aspetti negativi: dal rischio per il sistema sanitario e previdenziale, fino agli effetti negativi sul tasso di crescita del Pil pro capite.
E sebbene questo argomento venga tirato fuori puntualmente da ogni governo, ben poco è stato fatto negli scorsi anni per intervenire in maniera concreta.
Il governo Meloni, invece, ha messo al centro della sua azione politica proprio il tema della natalità, decidendo di affrontare, in primis, le criticità del sostegno alle mamme lavoratrici, perché tra le motivazioni che scoraggiano le nascite c’è, indubbiamente, la difficoltà di conciliare lavoro e famiglia.
Non si può però affrontare questo tema senza contestualizzare il periodo storico, perché l’Italia ereditata dal governo Meloni – quella del dopo Conte per essere precisi – non è una Nazione economicamente ‘florida’, bensì fortemente compromessa dalla scellerata misura del Superbonus e quindi non in grado di sostenere tutti gli investimenti che sarebbero necessari per la Nazione.
Quando le casse sono vuote, quindi, l’unica cosa che si può fare è compiere delle scelte. E il governo ha scelto di non abbandonare le famiglie, e di investire su di loro quello che si poteva.
Perché a fare la differenza, si sa, sono i fatti. E questo esecutivo ne ha incasellati parecchi su questo tema, alcuni dei quali mai visti prima.
A partire dall’aumento a tre mesi per i congedi parentali all’80 per cento, che consentirà alle neo mamme lavoratrici di non dover necessariamente rientrare al lavoro al quarto mese del bimbo, perché potendo contare su altri tre mesi retribuiti all’80 per cento dello stipendio potranno scegliere, più serenamente, di restare più tempo accanto a lui. Un passo avanti considerevole e tutt’altro che scontato.
Non solo, ricordiamo anche l’adozione del Codice per le imprese in favore della maternità o la decontribuzione per madri lavoratrici con almeno due figli.
Un pacchetto di provvedimenti che valgono 16 miliardi di benefici netti per le famiglie nel 2024 e che tracciano una visione chiara. Quella di un cambiamento di prospettiva, che consenta di costruire una cultura e un’organizzazione del lavoro a favore della genitorialità, e che non metta le donne nella condizione di dover scegliere tra maternità e famiglia.
Insomma, una delle sfide principali per il governo Meloni e che ha tutte le carte in regala per diventare realtà.