Ritorna un vecchio (ma sempreverde) cavallo di battaglia della sinistra, un copia e incolla del manifesto comunista: la patrimoniale. A riproporla in un’intervista a La Stampa la professoressa Elsa Fornero che, facendosi portavoce di una sinistra senza argomenti se non quelli storici (e anacronistici), non fatica a nascondere il suo favore verso la misura. Per la Fornero, ci sarebbero “buone ragioni” per proporre una nuova imposta sulla casa, quelle cioè di “ridurre il costo del lavoro e aumentare i salari”. Insomma, nel surreale articolo di intervista de La Stampa dal titolo altrettanto surreale “Perché la patrimoniale serve alla crescita”, emerge ancora la persistente convinzione della sinistra, smentita dalla realtà dei fatti nel corso degli anni, che aumentare la tassazione consentirebbe un aumento della produzione. Fornero ci prova con la patrimoniale soprattutto perché parlarne e farne sentire il bisogno equivale a descrivere un’economia allo sbando e in pesante difficoltà: ulteriori tassazioni arrivano – o meglio, dovrebbero arrivare – solo in caso di estrema necessità, in un sistema statale totalmente al collasso. Ma, da quanto si può costatare dai dati macroeconomici e nelle valutazioni delle agenzie di rating, l’Italia non si trova in un periodo così sfavorevole, sicuramente non tanto da necessitare di un’altra tassa a carico degli italiani: per quanto il debito pubblico possa essere elevato – più elevato di quanto dovrebbe essere, in realtà, a causa delle politiche di sperperi (vedi bonus monopattini, Superbonus, banchi a rotelle e simili) volute dai grillini all’epoca del sodalizio con i compagni dem stessi – per ora l’inflazione cala, l’occupazione aumenta come aumentano le buste paga. A seguire le teorie della professoressa c’è anche Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana, che su X posta l’hashtag “Tax The Rich”, col tacito consenso pure di Elly Schlein, che non prende le distanze dalle parole di Fornero e che, pur non citandola direttamente, ha sempre espresso idee favorevoli rispetto a misure simili alla patrimoniale.
Fornero inciampa proprio sulla patrimoniale quando lei stessa, da membro del governo Monti, volle la misura sorella, la più simile alla patrimoniale stessa: l’IMU, che grava miliardi di euro sule spalle degli italiani. Ma se presupposto per una tassazione aggiuntiva dovrebbe essere un cambio di passo netto della politica (come dire, vi chiediamo di più ma sistemiamo tutto per chiedere meno in futuro), i governi successivi all’esecutivo Monti non si può dire abbiano seguito questa strada (vedi ancora sprechi grillini). E allora, ecco che la patrimoniale tanto cara alla sinistra non è altro che l’ennesimo tentativo di mettere le mani nelle tasche degli italiani col pretesto di alzare la produttività: pretesto che si rivelerà errato, perché – da sempre è così e per sempre sarà così – più le tasse sono alte e meno l’economia ha la possibilità di circolare e di produrre. Chissà se prima o poi lo capiranno.