Summit sui diritti dei bambini. Da Liliana Segre una grande lezione

In corso in Vaticano il Summit Internazionale con Papa Francesco e Liliana Segre

Il Summit Internazionale sui diritti dei Bambini, intitolato “Amiamoli e proteggiamoli”, organizzato dal Pontificio Comitato per la Giornata mondiale dei bambini e fortemente voluto da Papa Francesco, si è aperto oggi presso il Palazzo Apostolico Vaticano. Rappresenta un’occasione importantissima per tenere alta l’attenzione sulle sfide che competono a noi adulti, alla politica, agli Stati parti e a tutti coloro che possono in un qualche modo contribuire a proteggere e restituire ai bambini la loro infanzia e migliorare le loro condizioni di vita. I bambini sono i più vulnerabili nelle nostre società.

“Oggi più di quaranta milioni di bambini sono sfollati a causa dei conflitti e circa cento milioni sono senza fissa dimora”. Ha spiegato il Papa. “C’è il dramma della schiavitù infantile: circa centosessanta milioni di bambini sono vittime del lavoro forzato, della tratta, di abusi e sfruttamenti di ogni tipo, inclusi i matrimoni obbligati. Ci sono milioni di bambini migranti, talvolta con le famiglie ma spesso soli: il fenomeno dei minori non accompagnati è sempre più frequente e grave. Molti altri minori vivono in un limbo per non essere stati registrati alla nascita”.

Le guerre, la diffusa povertà in vaste aree del pianeta, la violenza che si afferma in ogni forma e in ogni dove, rendono cruciale il tema della tutela dei più giovani.

La lezione della Senatrice Segre

Sul tema è intervenuta anche la senatrice a vita Liliana Segre, superstite dell’Olocausto e testimone vivente, attraverso i suoi occhi da bambina, di una delle pagine più buie della storia umana. Attesa anche lei al Summit in corso in Vaticano, Liliana Segre dalle colonne della Stampa, in una emozionante intervista a cura di Domenico Agasso, si interroga sul futuro delle nuove generazioni, condividendo timori e speranze: “Sono diventata bisnonna da un mese e mezzo. La nascita di questa bisnipotina, oltre a darmi gioia e tenerezza, mi porta anche una preoccupazione ancora più grande per il futuro. Sono già nonna e il destino dei miei nipoti mi sta profondamente a cuore. Ma alla mia età, in un tempo così difficile, questa nuova nascita aggiunge un ulteriore inquietudine. È difficile persino per me capire dove finisca la preoccupazione e dove inizi la gioia. La sorte dei bambini mi è sempre stata a cuore. Sono stata una bambina anch’io e non posso mai dimenticare quello che è successo a me bambina. L’esperienza personale ha segnato tutta la mia vita. Oggi ho 94 anni, eppure il peso di quella memoria non si affievolisce».

La senatrice legge con grande attenzione i tempi, dalla crisi dei modelli educativi allo sgretolamento delle relazioni, fornendo a noi lettori una interpretazione autentica: “I bambini vengono dimenticati. I loro diritti, per colpa degli adulti, sono sempre i primi a essere sacrificati, se non addirittura schiacciati. Mancanza di educazione, di coesione familiare, i divorzi, le famiglie allargate, il disgregarsi delle relazioni… I bambini diventano accessori delle decisioni degli adulti. E sono i bambini a pagare il prezzo più alto”.

I social, in molte occasioni, alimentano sentimenti di divisione e di odio fra i giovanissimi, Interrogata su come arginare questo fenomeno, la sua risposta è semplice e decisiva, offrendo una lezione di vita: “Istintivamente devo darle una risposta estremamente pessimista: non c’è niente da fare. L’unica arma contro l’odio è l’amore. Bisogna dare molto amore. Se un bambino cresce sapendo di essere stato molto amato, avrà dentro di sé una corazza, uno scudo che lo accompagnerà per tutta la vita. Questo io lo devo ai miei genitori. È stato decisivo. Fa la differenza.

Perché è dall’amore ricevuto che si impara chi si è e che cosa si vuole diventare. Poter dire “sono stato molto amato” dà una forza straordinaria. Glielo consiglio per i suoi figli: non faccia mai sentire che lei non c’è, faccia sempre sentire che c’è”.

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Andrea Piepoli
Andrea Piepoli
Classe 1996. Nato tra il sole e l’acciaio, cresciuto tra le piazze di Roma. A volte mi piace travestire la realtà da sogno. Con curiosità provo a raccontare e rappresentare la mia generazione.

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