Portland, Oregon.
Dopo 3 mesi dall’uccisione di George Floyd non si placano le violente proteste di piazza. Anzi, se possibile, si acuiscono. E continuano a palesarsi i morti, che però non fanno notizia.
Perché a morire, stavolta, è stato un supporter di Donald Trump. E allora nessuna diretta televisiva, nessuno speciale sui telegiornali, nessun flashmob, nessuna presa di posizione da parte di alcun padre nobile della democrazia.
Ma andiamo con ordine: nella giornata di sabato, circa 600 auto di supporter trumpisti si sono dati appuntamento in città. In seguito allo scatenarsi di scontri di piazza tra sostenitori del Don e BLM, sono partiti due colpi di pistola nei confronti di un ragazzo, morto sul colpo.
A nulla sono serviti i soccorsi, e differentemente da altri eventi simili accaduti a danni dei manifestanti BLM, non vi sono video nè prese di posizione ufficiali da parte di stampa, TV e dem.
Così sorge il dubbio, legittimo. Esistono morti di serie A e morti di serie B? Esistono vittime giuste e vittime sbagliate? O forse, molto più semplicemente, esiste una atroce propaganda del politicamente corretto che distingue anche i morti sulla base di una appartenenza politica?
Iconoclastia, antistoricismo, politicamente corretto, non sono null’altro che elementi di un preciso disegno dettato per destabilizzare e riformare l’attuale società. I responsabili? Le sinistre globaliste.
Ed è così che un morto ammazzato, solo perché bianco e sostenitore di Trump, non deve far notizia. Ed è così che il disegno egualitarista dei dem si rivela nella sua visione più negativa, parafrasando l’orwelliano “La Fattoria degli Animali”.
“Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri”. Bisogna prenderne atto e combattere affinché il globalismo imperante non ci travolga.