“Non esiste alcun vuoto normativo. La legge c’è ed è chiara ed è a tutela dei bambini. Damiano Tommasi mente sapendo di mentire e si fa forte con una vanteria dicendo ‘esaminerò io le pratiche’, ben sapendo che nessuno ha mai presentato agli uffici di Verona una tale domanda. Il percorso per iscrivere all’anagrafe i bambini è molto chiaro e la tutela nel loro massimo interesse è stata ben ribadita e tracciata anche dalla Corte di Cassazione a sezioni unite. I bambini in Italia hanno tutti i diritti fin dall’inizio perché il padre biologico, nel caso dell’utero in affitto, può essere registrato immediatamente. I sindaci non possono ignorare o violare la legge e non dovrebbero favorire pratiche che rappresentano una nuova forma di schiavitù a danno delle donne. È poi paradossale che nella Consulta Comunale della Famiglia – famiglia che è chiaramente descritta nell’articolo 29 della Costituzione Repubblicana – si accetti un’associazione che ha fra i suoi scopi quello di incentivare la pratica dell’utero in affitto, pratica vietata dalla legge italiana. Non si può essere per la famiglia così come descritta dalla nostra Costituzione e, contemporaneamente, per l’utero in affitto, pratica condannata duramente anche dalla Corte Costituzionale. Damiano Tommasi scelga da che parte stare e non si nasconda dietro la retorica”. Così il deputato di Fratelli d’Italia Maddalena Morgante, responsabile regionale del Veneto del dipartimento pari opportunità, famiglia e valori non negoziabili del partito.