Talebani tornano a fare strage in Afghanistan

Gravissimo fatto di sangue in Afghanistan dove un complesso militare nella provincia centrale di Maidan Wardak è stato attaccato dai talebani che, secondo fonti locali, avrebbero ucciso più di 100 persone.

“Dalle prime informazioni raccolte, risulta che sono 126 persone uccise nell’esplosione all’interno di un centro di addestramento militare. Otto commando speciali sono tra i morti “, ha detto un alto funzionario del ministero della Difesa a Kabul, riferendo le notizie in anonimato e quindi in via ufficiosa.

Lo stesso funzionario ha anche riferito che l’assalto, iniziato lunedì mattina, ha visto gli aggressori arrivare a bordo di un’auto imbottita di esplosivi e riuscire a superare il checkpoint, per poi far esplodere il veicolo all’interno del compound che ospita il centro di formazione della National Directorate of Security (NDS) a Maidan Shahr, la capitale della provincia. Due uomini armati sono poi scesi dall’auto all’interno del campus e hanno sparato su chiunque ancora si muovesse, prima di essere uccisi a loro volta dalla reazione delle truppe presenti.

Per l’attentato, i talebani avrebbero usato un veicolo blindato di fabbricazione americana, per la precisione un High mobility Multipurpose Wheeled Vehicle, meglio noto come Humvee, letteralmente: “Veicolo multifunzione su ruote ad alta mobilità”, che purtroppo si è prestato benissimo come autobomba, riuscendo appunto a superare il checkpoint e a trasportare senza difficoltà il suo pesante carico di morte.

Sharif Hotak, membro del consiglio provinciale di Maidan Wardak, ha detto che il bilancio è stato pesantissimo. “Molti sono stati uccisi visto la potente esplosione che ha distrutto completamente un intero palazzo. Personalmente ho contato 35 corpi nei pochi minuti che ho avuto a disposizione nel cratere. Ho anche visto molti corpi venire trasferiti in vari ospedali a Kabul, questo perché il governo ha inizialmente tentato di coprire il numero delle vittime, dato che questi continui attentati stanno deprimendo molto l’umore delle truppe”. Al riguardo, altri funzionari governati si sono rifiutati di commentare quando è stata chiesta loro conferma di questa volontà delle autorità di oscurare l’attentato per quanto possibile.

Poi, a mezza bocca, uno di loro ha riferito: “Mi è stato detto di non rendere pubblici  i dati relativi al bilancio delle vittime. E’ frustante dover nascondere i fatti, ma dobbiamo farlo per il bene comune e per cercare di supportare le nostre truppe, costantemente sotto attacco”. Infatti, fonti governative ufficiali hanno rilasciato un comunicato in cui si parla solo di 12 morti e 12 feriti, per altro non tutti delle forze speciali afghane, ma anche tra i civili. In un’altra dichiarazione, l’ufficio del presidente afghano, Ashraf Ghani, ha detto che “nemici del paese” hanno compiuto un attacco contro il personale dell’NDS a Maidan Shahr. “Hanno ucciso e ferito un certo numero di nostri amati e onesti figli”, era scritto nella dichiarazione, senza che fossero indicate cifre precise.

Negli ultimi anni, il governo afghano ha smesso di rilasciare cifre dettagliate riguardo alle vittime. Poi finalmente, nel 2018,  Ghani ha detto che 28.000 tra poliziotti e soldati afghani sono stati uccisi dal 2015, rompendo per la prima volta una lunga mistificazione sui dati degli attentati terroristici.

Intanto, insorti talebani hanno rivendicato la responsabilità dell’attacco. Zabiullah Mujahid, portavoce del gruppo militante islamico vicino ad Al-Qaeda, ha dichiarato di aver ucciso 190 persone. La settimana scorsa i combattenti talebani hanno fatto esplodere un’autobomba davanti a un complesso fortificato a Kabul, uccidendo almeno cinque persone e ferendo più di 110 afghani ed espatriati.  “Siamo solo all’inizio della nostra guerra santa, che non si fermerà finché tutti i nemici dell’Islam non saranno stati sterminati”, era scritto su una delle rivendicazioni dell’attentato.

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RK Montanari
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Viaggiatrice instancabile, appassionata di fantasy, innamorata della sua Italia.

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