Guardiamoci intorno, non è che questa bella e maltrattata Nazione problemi non ne abbia, anzi. Se tanto tanto invece di chiacchierare il governo gialloverde si concentrasse seriamente e cominciasse a fare i fatti, non sarebbe male, e invece sembra proprio che la cosa che più intriga i nostri governanti siano le discussioni, i litigi da condominio, i dispettucci tra colleghi e via di questo passo.
Non si finisce con una diatriba che ne inizia un’altra, quasi tutte senza motivo e senza costrutto, se non la smania di qualcuno di primeggiare, il bisogno di qualcun altro di sentirsi migliore, la necessità di molti di giustificare ruoli e posizioni. Capita così che Matteo Salvini, ministro degli Interni e vicepremier avverta l’incontenibile necessità di incontrare gli imprenditori al Viminale, per “un caffè che era stato promesso”. Un caffè a tanta gente, dal Presidente di Confindustria, Boccia, ai vertici di altre 14 associazioni di rappresentanza delle categorie produttive – praticamente tutte – commercianti, artigiani, agricoltori, mondo delle cooperative, per una serie d’istanze che arrivano da una realtà che riunisce 3 milioni di imprese e 13 milioni di occupati, e che muove il 65% del Pil nazionale. Così, il “capitano” si siede tranquillo con accanto il fido Giorgetti e prende appunti su quello che gli imprenditori rivendicano. Poi specifica: “Sono qui per ascoltare e per modificare in corso d’opera quello che si riuscirà”, commenta, aggiungendo di aver preso appunti per tre manovre, che non si capisce bene se sia una minaccia o una promessa.
Inevitabilmente, si finisce per parlare di Tav, anche perché la maggior parte dei presenti in visita al vicepremier è anche quella che ha irrobustito la grande manifestazione Sì-Tav andata in onda a Torino qualche giorno orsono. Che in materia le idee delle due componenti del governo, Movimento 5stelle e Lega, siano diametralmente opposte, lo sanno tutti da tempo, ma quel che ancora non si sa è come andrà a finire la faccenda. Non lo sa proprio nessuno, nemmeno i due attori della questione che per comodità indichiamo in Salvini e Di Maio, e infatti sull’argomento Salvini tentenna e Di Maio cincischia. E così è abbastanza fastidioso per Salvini se Boccia, al tavolo del caffè ribadisca come il miglioramento delle infrastrutture sia assolutamente irrinunciabile e lui si trova a prometterlo senza però alcuna vera certezza.
Di contro, Di Maio, manda una lettera d’intenti a Il Sole24ore, e parla di tutto meno che della Tav pur sapendo benissimo che buona parte del suo elettorato si aspetta un NO deciso e immodificabil. Questa però non è la vera questione. O meglio, lo è, ma non sembra che i nostri governanti siano colpiti dal tema quanto dallo svolgimento. Per dirla in parole povere, Di Maio non prende per niente bene questa iniziativa del ministro degli Interni di ricevere gli industriali al Viminale per ascoltarne le istanze e magari proporre o, peggio ancora, promettere soluzioni, modifiche, progetti nuovi . E, in effetti, non si possono dare al golden boy grillino tutti i torti. E lui il ministro dello Sviluppo economico, è lui il titolare delle questioni che riguardano il mondo produttivo: come può non vedere un’indebita ingerenza di Salvini nel suo “territorio”?
Con la sua mossa, Salvini ha evidentemente ricucito con Boccia e Confindustria dopo lo scontro con il governo, ma facendolo e soprattutto facendolo in questo modo, ha grandemente ridimensionato le posizioni di Di Maio e anche del Premier Conte. Così, il ministro per lo Sviluppo Economico non se lo fa dire due volte e con una dichiarazione al vetriolo si riprende la scena sui media nazionali. Dice Gigino: “Tutti i ministri hanno il dovere di incontrare le imprese come ha detto il presidente Boccia. Ora ci aspettiamo i fatti e i fatti si fanno al Mise perché è il Mise che si occupa delle imprese”. E ancora: “Ieri hanno fatto le parole, i fatti si fanno al Mise. Noi domani incontriamo oltre 30 sigle ieri erano poco più di 10”.
Insomma, non sia mai che qualcuno possa anche solo per un momento pensare di mettersi d’accordo con Salvini per quello che riguarda lo sviluppo industriale del Paese, non scherziamo. Dall’altra parte, però, non è che ci sia qualcuno maggiormente disposto alla correttezza. Gli scenari futuri sono nebulosi e, al di là delle belle parole e dei buoni intenti, ognuno guarda all’orticello suo, e lo prepara per qualche altra semina…