Tensioni tra la Brigata ebraica ed il Corteo Filo-palestinese a Porta San Paolo stamattina

Oggi, in occasione del 25 Aprile, due distinti cortei si sono radunati nella zona romana di Porta San Paolo per manifestare, dando inizio ad una faida piuttosto grottesca, dovuta dalle differenti visioni politiche del conflitto mediorientale.

La Brigata ebraica ed il Corteo Palestinese, sono inizialmente giunti ad uno scontro violento, per essere poi separati dalle forze dell’ordine, che hanno fatto i conti con una situazione piuttosto complessa.

Nei video riportati dai telegiornali, si sentono da un lato i cori dei Pro-Pal che inneggiano senza mezzi termini all’intifada, mentre dall’altra parte, all’interno della manifestazione semita qualcuno risponde con insulti e risposte di vario genere.

In un video registrato questa mattina, si sente un manifestante ebreo che risponde agli slogan delle opposte fazioni con “Devi fare la fine delle donne ebree il 7 Ottobre”, un riferimento agli attacchi dello scorso anno, con cui Hamas ha preso in ostaggio ed ucciso molti cittadini israeliani.

A quanto pare, anche negli ambienti dell’antifascismo militante c’è chi alla fine giunge verso lo scontro ideologico: la situazione difficile tra Palestina ed Israele, in realtà, dura da molto tempo, ma sembra che la recente escalation del conflitto bellico, abbia inevitabilmente scaldato gli animi di tutti coloro che sentono fortemente vicine tematiche di questo genere.

Di certo la situazione odierna è piuttosto bizzarra e quasi utopica, se si pensa che da entrambi i lati c’è chi manifesta per le medesime ragioni; D’altronde la geopolitica nell’era della globalizzazione si è poi rivelata una problematica con forti ingerenze non soltanto a livello diplomatico internazionale, ma anche a livello nazionale e addirittura locale come in questo caso.

Forse, a questo punto, non ha torto chi dice che il 25 Aprile sia una festa divisiva: obiettivamente, i tafferugli di oggi dimostrano che la tesi non è “campata per aria” e che dunque adesso c’è una prova ulteriore ad avvalorare questa tesi.

E’ bene sottolineare, che il tema della guerra israelo-palestinese sia stato affrontato anche durante il raduno dell’ANPI: tant’è vero che il Presidente provinciale, Marina Pierlorenzi, ha anticipato che l’attenzione di oggi sarebbe stata rivolta a tutti i 50 conflitti presenti al mondo. Conseguentemente, la coordinatrice ha poi spiegato quanto il caso mediorientale sia ora “Emblematico” e che quest’ultimo presenterebbe delle difformità tra quello che è accaduto il 7 Ottobre e il “continuo massacro del popolo palestinese”.

Nell’ultimo caso non sono stati riportati litigi accesi tra i presenti, sebbene si possa essere quasi completamente sicuri che le opinioni del pubblico, siano talvolta contrastanti. Non è dunque da escludere che in quel frangente qualcuno abbia avuto un pensiero differente.

Sembra dunque che in fin dei conti la giornata simbolo della resistenza stia lentamente perdendo parte del suo valore, rimpiazzata dalle differenti visioni annidate tra le varie frange: peraltro se è vero che tra i partigiani del secolo scorso fossero presenti “anime differenti”, è altrettanto vero che nel tempo un disaccordo tra le diverse correnti sarebbe poi stato inevitabile, così come lo è stato in Parlamento e nell’Assemblea costituente post-bellica nel secolo scorso.

Altro che che “Colpa della destra”, sembra proprio che le fratture interne abbiano in realtà una radice sicuramente moderna, ma in certi casi anche ancestrale.

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Gabriele Caramelli
Gabriele Caramelli
Studente universitario di scienze storiche, interessato alla politica già dall’adolescenza. Precedentemente, ha collaborato con alcuni Think Tank italiani online. Fermamente convinto che “La bellezza salverà il mondo”.

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