“Tesserato dal Pd mentre era in coma”. In una lettera-denuncia inviata a Il Caudino, quotidiano della Valle Caudina, una signora ha reso noto una vicenda che vede coinvolto la sezione locale dei dem e suo marito. Il signore sarebbe stato tesserato, a sua insaputa, mentre era in ospedale. Riportiamo di seguito il documento integrale:
«Caro direttore, le scrivo questa lettera per denunciare la mia amarezza e per difendere la libertà di espressione di mio marito che purtroppo per molti mesi è stato ricoverato a causa di seri problemi di salute.
Eppure nonostante la nostra famiglia abbia affrontato momenti difficili, e tante vicissitudini conseguenti, qualcuno ha ben pensato di fare la tessera di un partito in una sezione di un comune caudino a mio marito ed altre persone ignare. Si mio marito era ricoverato, e qualcuno a sua e nostra, insaputa, per proprio tornaconto politico ha utilizzato i dati di mio marito per staccare la tessera. Queste persone non si sono preoccupate delle necessità di una famiglia in una momentanea difficoltà, bensì hanno pensato ai loro interessi di bottega.
Nonostante abbiamo trascorso tanti mesi in ospedale prima e poi in clinica riabilitativa, nessuno ci ha chiesto come stessimo, di cosa avevamo bisogno. Saputa la notizia per caso, ho chiesto delucidazioni ad un certo segretario, che dopo avermi confermato che era tesserato, mi ha detto prima che il nome era stato fatto da un potente amministratore del posto, fermo poi a ritrattare dopo pochi minuti sostenendo che la tessera era stata fatta sulla base delle precedenti, seppur senza alcuna espressione di volontà o adesione.
Mi chiedo se si possa essere così superficiali nei confronti di una famiglia e di una persona che ha ben altro da pensare che a beghe di paese. Le aggiungo altresì, da tutrice di mio marito, che un’altra presa in giro l’hanno operata nei suoi confronti. Lo volevano far assumere come operaio interinale, mentre lui era in coma, forse per lavarsi la coscienza.
Mi hanno chiesto il certificato medico. Tranne poi finire tutto in una presa in giro colossale. Altri operai sono stati assunti in un ente della zona. Le scrivo perché tutti questi comportamenti accattoni mi hanno creato una grande amarezza e delusione. Questa è gente che non dovrebbe amministrare nemmeno casa propria, altro che un partito ed un paese. Questi poi sono gli atteggiamenti che fanno perdere la fiducia nella politica e in un partito che dovrebbe difendere i più deboli.
Valuterò con il mio legale ogni azione a tutela della onorabilità di mio marito e della mia famiglia. Vergognatevi».
La replica del commissario regionale del Pd della Campania Antonio Misuas
«Noi i “signori delle tessere” li abbiamo mandati via. Abbiamo contrastato e contrasteremo fino in fondo qualunque forma di abusi e di irregolarità. Ho intenzione di verificare fino in fondo quello che è successo che è una vergona». Si apre così il commento del commissario regionale campano del Partito Democratico Antonio Misiani sulla lettera-denuncia arrivata dalla Valle Caudina, in provincia di Avellino. Secondo quanto riportato nel contenuto del documento, un uomo sarebbe stato tesserato, a sua insaputa, da un circolo dem locale, per di più mentre era ricoverato in ospedale.
«Naturalmente prenderemo provvedimenti. Lo abbiamo sempre fatto – ha aggiunto Misiani nel corso della trasmissione “Calibro 8” su Radio Cusano Campus condotta da Francesco Borgonovo -. I provvedimenti li prenderemo verso chi ha fatto una tessera falsa ad una persona che non aveva la minima intenzione. «Il diretto interessato ha la mia solidarietà così come i familiari che hanno denunciato. Non hanno e non avranno la mia solidarietà i cretini che hanno fatto questa cosa».