Tommaso Cerno nel mirino del PD e della Salis: solidarietà per chi difende la libertà di stampa contro i bavagli della sinistra

Tommaso Cerno, ora Direttore de “Il Tempo” e giornalista di chiara fama nello scenario nazionale, è finito nel target del Partito Democratico e della famiglia Salis: entrambi gli schieramenti non avrebbero gradito i suoi editoriali critici in merito alle elezioni europee di giugno e sul versante politico in generale.

Durante la trasmissione “L’Aria che tira” su LA7, alcuni giorni fa, avrebbe attestato che Ilaria Salis, ora indagata ed agli arresti domiciliari in Ungheria, vorrebbe querelarlo per un titolo di giornale che porta il nome di “Grand Budapest Hotel”: l’ispirazione viene proprio dall’omonimo e famoso film del regista statunitense Wes Anderson. Questi sembra che ormai non capiscano neppure i riferimenti culturali, tanto che per sottrarsi alle recensioni usano il solo strumento della querela, forse perché evidentemente non sanno neanche più come  controbattere.

Rispetto per chi, come Tommaso Cerno, difende la libertà di stampa e d’espressione senza farsi intimorire in alcun modo da chi non vuole mai digerire i giudizi dei giornalisti e dell’opinione pubblica: in uno Stato democratico non c’è spazio per i capricci di chi non vuol sentire ragioni diverse dalle proprie. 

A proposito del processo contro il PD, il Giornalista avrebbe dichiarato :”Siccome dicevo cose che non gli piacevano mi hanno denunciato”, se non altro abbiamo la prova che chiunque tenda ad opporsi nei confronti del Partito progressista per eccellenza, verrà considerato alla pari di un fuorilegge nei film Western, tanto perché ci piace restare in tema con le pellicole cinematografiche.

Il Direttore de “Il Tempo” avrebbe inoltre attestato che i suoi detrattori si stiano dimostrando come “I soliti piagnoni disperati” e noi di certo non possiamo che concordare la tesi di Tommaso Cerno, vista e considerata la totale incapacità del Partito Democratico di mettere in difficoltà la Premier Meloni. Elly Schlein, infatti, si è dimostrata in poco tempo la spada di Damocle che pende sulla testa della fazione rosso-verde anziché sui blues di Fratelli d’Italia.

Sembra che le attestazioni in merito all’uso della Salis come strumento di Campagna elettorale per la sinistra italiana siano terribilmente diffamatorie, mentre nella realtà dei fatti questa è un’opinione legittima che appartiene al pensiero di moltissimi giornalisti: chi scrive in questo momento, è uno di quelli.

Cerno ha inoltre precisato che il Partito Democratico voglia portarlo in Tribunale, non a dibattito: la precedente è una lampante dimostrazione della sintomatologia che affligge i dem, ormai in balia dei venti e con delle correnti interne totalmente divise tra di loro, che per proteggere i deboli interessi plebiscitari hanno fortemente bisogno di spostare l’attenzione degli osservatori contro gli altri.

In sostanza, il PD così come la Salis, non hanno dimostrato nient’altro che la volontà di utilizzare la giustizia con finalità politiche, come ha precisato il Direttore del quotidiano romano. Niente di nuovo per i sedicenti oppositori del vento di destra che addesso avvolge l’Italia e che tra non molto potrebbe spostarsi in tutta l’Europa.

In conclusione, ho deciso di scrivere su questo particolare argomento per dimostrare che la censura spesso non ha alcun colore politico e che l’utilizzo di questi mezzucci per delegittimare la libertà di pensiero altrui non dimostra nient’altro che uno scarso spirito di adattamento alla realtà democratica italiana. Comunque vada, buona fortuna a Tommaso Cerno e “che il vento del destino lo porti in alto a danzare con le stelle”, lontano dai giudici autoeletti della censura mediatica.

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Gabriele Caramelli
Gabriele Caramelli
Studente universitario di scienze storiche, interessato alla politica già dall’adolescenza. Precedentemente, ha collaborato con alcuni Think Tank italiani online. Fermamente convinto che “La bellezza salverà il mondo”.

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