Toni Capuozzo: uno dei pochi giornalisti “veri” rimasti in Italia

Toni Capuozzo, friulano classe 1948, è uno scrittore, un blogger e uno dei pochi giornalisti veri rimasti in Italia, quando per “giornalisti veri” si intendono quelli che non sono disponibili a scrivere ciò che vuole l’editore o il potente di turno, ma raccontano la verità anche quando questa è sconveniente e non paga.

Così, pur essendo nato a sinistra come la maggior parte dei giornalisti figli del dopoguerra (il suo primo editore fu Lotta Continua), Toni Capuozzo ha continuato in tutta la sua lunga carriera a raccontare di quello che vedeva, a fare cronaca sincera della realtà, girando per altro nelle zone più calde del mondo, dall’America Latina, alla Falkland, dalla guerra nell’ex Jugoslavia ai conflitti in Somalia, in Medio Oriente e in Afghanistan, collezionando così decine e decine di importanti premi, ma facendosi anche qualche nemico, gente del settore a cui è inviso perché non si lascia controllare né comandare, e questo a discapito della sua firma, meno osannata rispetto a tante altre quanto sicuramente più di valore.

Così, per l’ennesima volta, lo ritroviamo in uno studio televisivo davanti alla schieratissima triade Luca Telese, Gino Strada, Davide Parenzo. Il primo e il terzo conduttori di In Onda, e il secondo ospite della trasmissione. Naturalmente, tocca a Toni Capuozzo essere la voce fuori dal coro, quella che i tre si preparano ad attaccare perché le sue idee sicuramente non corrispondono al politicamente corretto marchio di fabbrica di suddetta rubrica televisiva. Soltanto che zittire od osteggiare Capuozzo riuscendo allo stesso tempo ad apparire intelligenti e preparati, non è per niente facile. E così il giornalista friulano rischia di parlare solo lui nel silenzio imbarazzato degli altri tre.

L’argomento all’ordine del giorno è la Diciotto, la nave migranti che ha visto una sorta di rivolta a bordo, e la scesa in campo di Mattarella, in un ruolo che per altro non compete al Presidente della Repubblica. Esordisce Capuozzo: “Riguardo ai migranti a bordo della Diciotto, bisogna dire che non fuggono da conflitti, dei 67 solo uno fuggiva da un paese considerato in guerra, lo Yemen. Naturalmente”, aggiunge” non sto dicendo che non siano anch’essi persone degne di venire salvate o che non abbiano il diritto di cercare una vita migliore, ma togliamoci l’illusione che stiamo aiutando gli ultimi. Di guerre in atto, attualmente combattute, in questo momento in Africa c’è solo una, quella nel Sud Sudan, e da lì almeno un milione di profughi si sta muovendo ma non verso nord, verso le coste della Libia, bensì verso sud, verso il confine con l’Uganda, perché non hanno i mezzi né i soldi per ricorrere agli scafisti.”

Ma non solo questo. Riflettendo su quello che è accaduto sulla Diciotto, Capuozzo dice: “La cosa che mi colpisce di più è che ci sia stato una sorta di ammutinamento a bordo. È la prima volta che sento di naufraghi salvati dall’affogamento che si rivoltano. Mi chiedo quali persone siano a bordo di quella nave”. A questo punto, Luca Telese cerca di ridimensionare il discorso, dicendo che in fondo sono stati soltanto due i migranti che si sono rivoltati contro l’equipaggio quando c’è stato il rischio che venissero ricondotti in Libia, ma Capuozzo continua, definendo comunque “illuminante” l’episodio, e spiegando come l’atteggiamento di questi migranti abbia poi condizionato il loro sbarco. “Continuiamo a subire queste migrazioni, non siamo in alcun modo in grado di gestirle.  Chiunque conosca l’Africa sa che non sono i più poveri, i più disperati, quelli che arrivano da noi. Una madre vedova con quattro bambini non partirà mai. Ci chiediamo dove trovano i soldi per affrontare quel viaggio. In pratica, da noi oggi ha il diritto di arrivare chiunque abbia i soldi per pagare gli scafisti.”

Dunque, c’è ancora in Italia qualche giornalista che ha il coraggio di chiamare le cose con il loro nome, di non inchinarsi al politicamente corretto, alla furia iconoclasta dei radical chic nostrani, alle parole surreali di Gino Strada (“Giornali pieni per i 14 ragazzini nella grotta, e una nave di migranti ferma in mare mentre i politici discutono. Vergogna!”) leggendo la realtà dei fatti per quello che è: oltre il 90% dei migranti che arrivano da noi sono migranti economici, che non hanno alcun titolo per richiedere asilo o per restare in Italia, ma che alcuni hanno tutto l’interesse di far arrivare qui per qualche ragione il più delle volte inconfessabile.

 

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RK Montanari
RK Montanarihttps://www.lavocedelpatriota.it
Viaggiatrice instancabile, appassionata di fantasy, innamorata della sua Italia.

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