Siano lodati i senatori Iannone e Calandrini. Come previsto dall’iter di modifica della Costituzione, bisognerà aspettare il prossimo 15 settembre per l’approvazione definitiva della proposta di legge costituzionale presentata dai due parlamentari di Fratelli d’Italia e votata quasi all’unanimità ieri a Palazzo Madama. “Art. 1.1. All’articolo 33 della Costituzione è aggiunto, infine, il seguente comma: «La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme»”. Un articolo, un comma, una grande conquista di civiltà: lo sport è finalmente un valore riconosciuto dalla nostra Costituzione.
A quanto pare, l’Italia è fanalino di coda in Europa nella “classifica del numero di ore di educazione fisica e motoria” mentre sarebbe ai piani alti della “classifica della sedentarietà”.
Le statistiche sono tante, troppe, e spesso malintese da “esperti” e opinione pubblica. Ma il deficit di sport, soprattutto negli istituti scolastici e nelle università, è sotto gli occhi di tutti e ha un peso enorme sulla “povertà educativa” dei nostri giovani. Si tratta di un deficit culturale figlio di una programmazione ministeriale ideologica che ha ridotto l’educazione fisica a materia accessoria, un reperto del passato, magari buio e autoritario. A questo si aggiunge una edilizia scolastica e universitaria fatiscente, ferma alle opere pubbliche prebelliche, che contribuisce a sminuire lo sport come esigenza educativa, indispensabile per la salute pubblica e il benessere collettivo.
L’ultimo biennio sarà ricordato per i trionfi dello sport italiano: dalla vittoria della Nazionale a “Euro 2020” – poi ridimensionata dalla mancata qualificazione ai Mondiali – , alle storiche medaglie conquistate alle Olimpiadi e alla Paraolimpiadi di Tokyo; dai successi del tennis maschile ai primati del nuoto, in queste ore ai Mondiali di Budapest, e delle tante discipline minori. Abbiamo festeggiato tutti, riscoprendo l’entusiasmo, il senso di appartenenza e l’orgoglio nazionale.
Eppure, l’Italia è tra i Paesi più arretrati d’Europa per infrastrutture e impianti sportivi, nei centri metropolitani e nelle realtà locali, e non solo nelle scuole.
L’iniziativa parlamentare che costituzionalizza il valore sociale ed educativo dello sport è particolarmente importante perché restituisce a tutte le attività fisiche e motorie il giusto riconoscimento pubblico.
Lo sport è una grande scuola di vita. Oltre la tradizione classica, è nell’epoca moderna che l’attività fisica di tipo sportivo diviene una esigenza vitale per il corpo umano, già duramente provato dal lavoro. Tra necessità educativa per i più giovani e momento ricreativo nel “tempo libero” di tutte le età, la modernità occidentale riscopre il corpo umano nella sua dignità fisica ed estetica. Ma ne riscopre anche la valenza sociale, giuridica e politica, perché il corpo è altresì il luogo della identità umana.
Il corpo è un problema identitario cruciale nel dibattito pubblico contemporaneo. Le malattie neuro-degenerative, l’anoressia, i disordini alimentari sono temi ormai centrali nell’agenda di istituzioni e organizzazioni internazionali. Il progresso materiale della scienza e della tecnica pone problemi biopolitici e bioetici sempre più urgenti, bisognosi di una risposta culturale condivisa dalle autorità civili, religiose e scientifiche, e dalle istituzioni educative.
Prostrato dalla logica “panlavorista” dell’economicismo sfrenato, il corpo umano è oggi ridotto a strumento, oggetto di un progresso tecnico senza scopo. Perfezione senza scopo, la tecnica invade oggi il mistero della vita, il concepimento e la nascita dei corpi, il loro deperimento e la loro fine. L’uomo diviene un prodotto ingegneristico, un oggetto di sacrilegio di cui si vuole modificare l’umanità come vocazione alla vita e alla vita dopo la morte.
A questa illusione di eternità auto-poietica, come alla sedentarietà e all’accidia, non resta che rispondere con lo sport, invenzione moderna dal cuore antico, sapienza umana che ci insegna a misurare i nostri limiti e ad esercitare corpo e spirito anche al servizio del bene comune.
Lo sport è fondamentale per un buon sviluppo e mantenimento del sistema cardiovascolare, dunque ottimo che venga tutelato con la presenza in Costituzione. Il problema è che i politici che dovrebbero garantire il rispetto della Costituzione finora se ne sono totalmente astenuti, sono quasi tre anni che la Costituzione è carta muta. Vedremo se con i prossimi lockdown ecologici verrà consentito il libero sport perchè iscritto in Costituzione !