Tratta di cuccioli: interrogazione di Fratelli D’Italia per fermare le atrocità e tutelare gli allevatori italiani

Quante volte ci siamo imbattuti negli occhi dolci di un cucciolo di cane? E quante volte abbiamo sentito o letto di animali maltrattati, sottoposti a sevizie e poi venduti sul mercato nero? Più o meno tutti siamo a conoscenza dell’esistenza di questo fenomeno. Ma forse non tutti siamo a conoscenza delle dimensioni dello stesso e dell’enorme giro di soldi che vi ruota attorno.

Stavolta ad accendere un faro sulla vicenda e a fare chiarezza su alcuni aspetti è Fratelli d’Italia, grazie a un’interrogazione presentata dal senatore Giovanbattista Fazzolari. Quella che è una vera e propria “tratta di cuccioli” ha assunto ormai le caratteristiche di un enorme business illegale, con numeri che fanno impressione e che hanno attirato infatti le attenzioni della criminalità organizzata.

Leggiamo nell’interrogazione che ogni anno si stima arrivino in Italia, dall’est Europa, circa 300.000 cuccioli, nati in allevamenti lager e sottoposti a indicibili crudeltà. Si tratta di cuccioli di pochissime settimane di vita, strappati anzitempo alle loro madri, imbottiti di medicinali, che affrontano un interminabile viaggio gettati sul fondo di scatole e che spesso muoiono prima di giungere a destinazione. Arrivati in Italia, questi cuccioli vengono venduti per centinaia o addirittura migliaia di euro come cani di razza, pur non avendone alcun requisito in mancanza della certificazione dell’ENCI, l’ente titolato al rilascio della stessa.

Così, in parallelo all’aspetto legato al benessere animale e alla salvaguardia della salute dei cani, risalta anche l’aspetto delittuoso legato alla vicenda. Apprendiamo infatti, anche da recenti indagini condotte dalle forze dell’ordine, che la criminalità organizzata sta rivolgendo le attenzioni su questo business illegale, dove il guadagno è molto elevato (un cucciolo comprato nell’est Europa a circa 50 euro può essere venduto in Italia anche a 1000 euro) e il mercato in costante crescita.

Ovviamente, dove prospera l’illegalità, chi agisce nel rispetto delle regole ne paga le conseguenze. In questo caso, segnatamente, tutti gli allevamenti italiani di cani di razza e, in parallelo, i 1.340 canili sparsi su tutto il territorio nazionale. Perché in Italia, e ci mancherebbe altro, gli allevatori associati all’ENCI rispettano rigide norme e un codice deontologico rivolti al benessere animale e alla tutela delle razze, crescendo e affidando alle famiglie cani sani e privi dei disturbi comportamentali che spesso insorgono nei cuccioli maltrattati e sottoposti a ogni genere di crudeltà da allevatori senza scrupoli. E tutelare l’allevamento cinofilo italiano e sostenere i canili, non è certamente compatibile con un mercato inondato di esemplari allevati in condizioni terribili e arrivati in Italia illegalmente.

L’attenzione su questo tema dovrebbe essere sempre viva ma, in special modo in questo periodo particolare, la luce dovrebbe sempre rimanere accesa. Perché i dati ci dicono come sia in costante crescita la domanda di cuccioli di razza da parte delle famiglie, anche per alleviare la grande pressione psicologica causata dalla pandemia, visti i numerosi studi che dimostrano come il contatto quotidiano con il proprio cane, soprattutto nei bambini, faciliti il superamento degli stati emotivi di stress, soprattutto nei momenti di calo forzato della socialità.

Più temi quindi, ognuno dei quali meritevole della giusta attenzione: proteggere gli animali e sottrarli alle crudeltà cui sono sottoposti, tutelare l’allevamento cinofilo italiano, sostenere i canili italiani, sia quelli sanitari che quelli rifugio. Sullo sfondo, come cornice e motore di tutto ciò, la necessità di fermare questo enorme business criminale in continua espansione.

Fratelli d’Italia, interrogando il Governo, ha idealmente raccolto le innumerevoli denunce fatte su questa vicenda. E se l’attenzione delle istituzioni in passato non è stata particolarmente puntuale, le dimensioni ora assunte dal fenomeno non possono più farlo passare in secondo piano. Fratelli d’Italia ha acceso un faro e non intende spegnerlo, ora sta al Governo dare le giuste risposte e ripristinare al più presto la legalità.

Per leggere l’interrogazione cliccare qui.

 

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