“Traccio uno scenario culturale non partitico: dalle prossime elezioni l’Ue cambi pelle, prosegua a negoziare, come sta accadendo oggi con gli agricoltori, con le categorie reali. E poi bisogna pretendere reciprocità. Se non c’è reciprocità non si fanno accordi con gli Stati che infrangono le nostre regole e si alzino i dazi”.
È quanto ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia intervenendo a Coffee Break su la7.
“Se non ci fossero i sussidi il settore agricolo non sopravvivrebbe. Per grande industria e distribuzione i margini di guadagno sono molto ampi. Per chi sgobba e produce ciò che finisce sulle nostre tavole sono ridotti al minimo. Per questo è indispensabile un serio controllo della filiera a evitare produzioni sottocosto e sussidi a chi non produce ma commercializza”.
“Il governo – ha aggiunto Rampelli – sta cercando una soluzione per esentare i redditi più bassi dall’Irpef agricola. Un intervento che si aggiungerebbe alle tantissime misure a sostegno del settore tra cui le misure contro il cibo sintetico che molti Stati dell’Ue stanno adottando è un lungo elenco di sgravi e contributi alla filiera, dall’agrisolare all’acquisto di mezzi agricoli. La differenza tra la protesta dei trattori italiani e quelli europei sta nel fatto che mentre la protesta degli agricoltori tedeschi e francesi è anche contro il loro governi, in Italia è quasi esclusivamente contro le politiche di Bruxelles.
Sull’intervento dello Stato in Stellantis “nessun dogmatismo. In un sistema liberale quando l’economia è in fase depressiva, lo Stato deve intervenire – com’è accaduto anche con l’Ilva – quando invece è l’economia è in fase espansiva – ha concluso Rampelli – è bene che lo Stato ceda quote al privato. Un atteggiamento funzionale alla difesa della propria sovranità”.