L’ IVA, aumenta o non aumenta? questo è il vero dilemma, altro che essere o non essere. Ci giriamo intorno da un paio d’anni e, diciamoci la verità, a forza di sentirci dire tutto e poi il contrario di tutto nella più totale confusione, da bravi sudditi creduloni qual siamo, quasi quasi abbiamo davvero cominciato a credere che l’IVA se ne sarebbe rimasta buona e ferma alle aliquote attuali che, tra l’altro, non sono uno scherzo soprattutto per chi le paga.
E così, durante l’audizione parlamentare che si è tenuta ieri, 17 aprile, il ministro Tria è stato fin troppo chiaro: “L’IVA aumenterà, in attesa di stabilire interventi alternativi”. Sarà l’effetto delle clausole di salvaguardia previste dalla legge di Bilancio dell’anno scorso, e l’aumento decorrerà dal 1 gennaio 2020. Peserà ovviamente su ogni famiglia italiana, ricca o povera che sia, che abbia o meno il reddito di cittadinanza, e l’impatto medio sarà intorno ai 530 euro all’anno. Poi alcune categorie, per la precisione liberi professionisti e imprenditori, dovranno sopportare un peso maggiore, intorno agli 857 euro anni.
A livello geografico, andrà male alle famiglie residenti in Lombardia e Trentino Alto Adige, che dovranno calcolare un aggravio di spesa medio di circa 650 euro. Meglio invece per chi risiede al Sud – Calabria, Campania e Basilicata in primis – dove l’aggravio dovrebbe essere minore di qualche decina di euro.
Il ministro dell’economia ha anche chiarito: “La legge di bilancio per il prossimo anno continuerà il processo di riforma delle imposte sui redditi, la cosiddetta flat tax, e di generale semplificazione del sistema fiscale per alleviare in particolare il carico fiscale gravante sui ceti medi nel rispetto degli obiettivi di finanza pubblica definiti nel Def”. Sarà anche un processo di riforma, ma come al solito le tasse aumentano e non si vede quali dovrebbero essere eventuali escamotage con cui il governo potrebbe bypassare l’aumento IVA. Comunque, Tria ha continuato per alleggerire le notizie: “Quello che noi delineiamo nel Def è un percorso di previsioni e obiettivi che comporta la piena sostenibilità del debito e del rapporto debito-Pil, non c’è una sua crescita esplosiva ma la sua riduzione”.
Il ministro ha poi speso qualche parola anche sul famigerato spread. “Affinché il differenziale dei tassi d’interesse tra i titoli pubblici italiani e quelli tedeschi (appunto lo spread ndr.), resti sotto controllo, saranno importanti i piani del governo e l’incisività delle riforme ma anche gli orientamenti che il Parlamento avrà sul bilancio. Anche alla luce dei rendimenti italiani che sono ancora troppo alti se riferiti ai fondamentali della nostra economia, nonostante il miglioramento dopo l’intesa con l’Unione europea sulla legge di Bilancio”.
Insomma, tante buone intenzioni, tante speranze e una sola certezza, secondo Tria l’IVA aumenterà. E secondo i due vicepresidenti del Consiglio in carica? Ecco rispettivamente cosa ne pensano: Luigi Di Maio: “Con questo governo non ci sarà nessun aumento, sia chiaro”. Salvini: “L’Iva non aumenterà, punto. Questo è l’impegno della Lega”.
E noi? Noi staremo a vedere…