Trieste: al corteo del 1 maggio bandiere titine. Fratelli d’Italia: “Oltraggio da condannare”

Il 1 maggio, in tutta Italia, si celebra la Festa del Lavoro e dei lavoratori. Per Trieste però, c’è un ulteriore elemento che rafforza l’importanza della ricorrenza. Come ricorda in una nota il deputato di Fratelli d’Italia Nicole Matteoni, per il capoluogo giuliano questa data “segna anche l’ingresso degli assassini titini in città, un evento drammatico che ha portato violenze e infoibamenti. Per questo motivo questa giornata deve diventare, per la nostra comunità nazionale, anche un momento di riflessione per tutti coloro che credono nella libertà”.

Purtroppo però anche quest’anno, come già varie volte in passato, non è stato così. È accaduto infatti per l’ennesima volta che nel corso delle manifestazioni svoltesi per le strade della città in occasione della Festa del Lavoro, sono apparse bandiere jugoslave con la stella rossa.

Bandiere che, ricorda Matteoni, “evocano dittature, ingiustizie e libertà negate. È frustrante e deludente vedere ancora simboli che richiamano il regime di Tito e la sua oppressione. Tutte le comunità politiche, senza eccezioni, hanno il dovere morale di condannare fermamente tali simboli e di denunciare chi prova nostalgia per essi” aggiunge il deputato triestino di Fratelli d’Italia, che rivolge poi un appello a tutta la sinistra, in particolare quella cittadina, “che deve capire che libertà, lavoro e diritti non possono essere rappresentati da una stella rossa o da una bandiera straniera segnata dal sangue della nostra gente. Rendiamo omaggio a tutti i lavoratori e lavoratrici, ma non dimenticheremo mai – conclude – coloro che hanno perso la vita a causa dell’odio anti-italiano dei titini”.

Alle sue parole fanno eco quelle del ministro per gli Affari europei, PNRR e politiche di coesione Tommaso Foti, secondo cui l’esposizione delle bandiere jugoslave con la stella rossa, simbolo del regime e dell’oppressione di Tito, rappresentano un “oltraggio alla memoria delle vittime delle Foibe e degli esuli giuliano-dalmati colpiti dalla violenza dei partigiani comunisti jugoslavi. Esprimo ferma condanna per questi gesti vergognosi che richiamano uno dei momenti più dolorosi della storia della nostra Nazione. Una storia – conclude Foti – per troppo tempo ignorata, rimossa e sepolta sotto il peso di un ingiustificabile silenzio”. Concorda con il ministro il presidente del Comitato 10 febbraio: “Una vergogna gli striscioni e le bandiere apparsi a Trieste. La lugubre stella rossa – dice Silvano Olmi in un post di denuncia sui social – ricompare 80 anni dopo nei luoghi dove i comunisti titini compirono stragi orrende. Non possiamo tollerare queste provocazioni”.

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Cristina Di Giorgi
Cristina Di Giorgi
Cristina Di Giorgi, due volte laureata presso l'università La Sapienza di Roma (in giurisprudenza e in scienze politiche), è giornalista pubblicista e scrittrice. Collabora con diverse testate e case editrici.

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