Con un appello televisivo in cui ha sfoggiato tutto il suo fervore, Donald Trump si è rivolto alla nazione per perorare il suo progetto di un grande muro di confine col Messico, e per spingere il Congresso a pagare per questa opera faraonica, il tutto anche a costo di tenere bloccato il governo nell’attesa di ottenere ciò che vuole.
Dicono i commentatori che malgrado lui stesso avesse definito improbabile questa strategia, Trump all’epoca dell’elezione e oggi di nuovo, dedica tempo ed energie a questa barriera nella speranza di ottenere il sostegno pubblico in un conflitto ideologico e politico che ha chiuso le porte di molte agenzie federali per 18 giorni. In un discorso di nove minuti che non conteneva nuove argomentazioni ma che ha incluso diverse affermazioni fuorvianti, dicono i detrattori, il presidente ha cercato di riformulare la situazione al confine messicano, mostrandola come una “crisi umanitaria” e ha optato di non dichiarare un’emergenza nazionale per bypassare il Congresso, come aveva minacciato di fare, almeno per ora. Ma ha anche accusato i democratici per aver bloccato il muro, accusandoli di ipocrisia e esponendo il paese a criminali immigrati. Tra l’altro, Trump aveva invitato ad un incontro Nancy Pelosi e Chuck Schumer per superare l’impasse dello shutdown, ma i due hanno ribadito di voler negare i fondi portando Trump ad andarsene prima del tempo non senza aver dichiarato che non gli andava più di perdere tempo.
“Quanto più sangue americano dobbiamo versare prima che il Congresso faccia il suo lavoro?”, ha chiesto Trump citando una lista di crimini che si dice siano commessi da immigrati clandestini. Chiedendo agli americani di chiamare i loro referenti per perorare la causa del muro, ha aggiunto: “Questa è una scelta tra giusto e sbagliato, giustizia e ingiustizia. Si tratta di soddisfare il nostro sacro dovere nei confronti dei cittadini americani che serviamo “.
Intanto, vista la situazione, gli esperti dell’agenzia internazionale di rating Fitch, hanno lanciato l’allarme: se lo shutdown dovesse proseguire e avere un impatto sul tetto del debito, gli Stati Uniti rischiano di perdere la “tripla A”, con tutte le conseguenze del caso sui mercati mondiali.
Trump, da parte sua, e con accanto il vicepresidente Mike Pence che nel frattempo cerca una mediazione, non sembra volersi muovere dalle sue posizioni. Finché non verranno trovati i quasi 6 miliardi di dollari necessari alla costruzione della barriera sul confine messicano, lo shutdown proseguirà, perché di cedere ai democratici il tycoon non ci pensa proprio anche se parecchie voci di disagio cominciano ad arrivare anche dal suo partito. Vedremo chi alla fine la vincerà in questo braccio di ferro feroce.