Donald Tusk Premier polacco, vorrebbe ricostruire una “zona cuscinetto” a 200 metri dal confine statale con la Bielorussia, nota per il suo Presidente filorusso Aleksandr Lukashenko, il quale per dimostrare lealtà regalò a Putin uno dei suoi trattori preferiti in segno di alleanza. Aldilà dei grotteschi e deliranti regali di Lukashenko, la Polonia potrebbe aver intuito che il conflitto potrebbe espandersi e di conseguenza ha ritenuto opportuno studiare alcune precauzioni nel merito della questione sulle frontiere.
Il Primo Ministro polacco ha dichiarato che verranno utilizzate tutte le risorse necessarie per difendere il confine: effettivamente, il suo stratagemma potrebbe avere una base fondante piuttosto lineare, considerando che la Russia potrebbe sfruttare il territorio bielorusso per gli addestramenti delle proprie truppe o per eventuali attacchi mirati gli alleati dell’Ucraina e della NATO in generale.
Anche le ultime notizie sull’impegno del Cremlino al fine di ridisegnare nuovamente i confini con Finlandia e Lituani potrebbero aver innescato un campanello d’allarme nel Governo di Varsavia, che certamente non ha intenzione di cedere neppure un singolo appezzamento all’esercito russo, nel caso in cui le decisioni di Putin dovessero portarlo a spingersi addirittura oltre l’Ucraina.
Per quanto riguarda l’area circoscritta tra la Polonia e la Bielorussia, è altrettanto ipotizzabile che la Russia voglia sovvenzionare l’ultimo Stato di cui sopra per soggiogare un’altra popolazione est-europea senza sporcarsi più di tanto le mani, rivendicandone l’impresa soltanto dopo la sua fine ed ammesso che quest’ultima possa avere degli esiti positivi.
Certo, le precedenti sono soltanto ipotesi, però che il desiderio di Vladimir Putin sia quello di avanzare e di costituire alleanze laddove possibile è tutt’altro che una controfattualità: basti pensare alla famosa “Legge russa” in Georgia, contro cui manifestanti da ogni dove si sono schierati nelle piazze per non permettere che la Nazione in analisi potesse spostarsi verso le politiche applicate dagli Oligarchi e dal Presidente russo. Peraltro proprio ieri il Parlamento ha aggirato il veto presidenziale, riuscendo ad approvare il provvedimento che di certo porterà la Georgia più lontana dall’UE.
Sostanzialmente, i provvedimenti di Donald Tusk potrebbero scatenare l’ira del Cremlino tra poco tempo, anche considerando il feeling della Polonia con l’Alleanza atlantica, che di certo crea non pochi problemi alla Russia, ora isolata da quasi tutti gli stati europei vista e considerata l’invasione del territorio ucraino: sarà importante per Putin ricordare che anche l’Ungheria fa parte dell’UE e che di conseguenza gli aiuti a Kiev verranno inviati all’unanimità da tutti gli stati membri, specialmente dopo le ultime discussioni di Febbraio dedicate alla decisione sull’invio dei fondi.
Sarebbe sconveniente attaccare la Polonia in questo momento per il Cremlino, sia mediaticamente che militarmente – anche se per il momento la seconda opzione potremmo escluderla, visto l’impegno che Putin sta concentrando per espugnare le difese ucraine – . Piuttosto, nei prossimi mesi, vedremo quali contromisure prenderà il Governo di Mosca per arginare le ostilità ormai sempre più diffuse sul versante europeo ad est: le relazioni diplomatiche russe si complicano sempre di più, anche a motivo della scarsa cautela adoperata dagli addetti ai lavori.