Insieme all’Ungheria di Orban l’Italia è la ferita aperta nel tenero tessuto radical chic di un’Europa furba, infame e cinica, non proprio quell’Europa unita delle genti sognata da tante anime elette.
A rimarcare che siamo una vergogna internazionale, ci ha pensato proprio il ministro francese degli Affari europei, signora Nathalie Loiseau, sicuramente un’altra supporter del Presidentino Macron che con le signore avanti con gli anni e di non gradevolissimo aspetto riscuote sempre grande successo. E infatti, sulla scorta di tutti gli insulti che questo beneficato dalla politica francese – sposato alla “nonna” e forse per questo acido anche con i suoi fan più giovani -ci ha riservato negli ultimi tempi, ha sentito anche Nathalie la necessità di spendere due parole, quasi due parolacce.
Come al solito, le colpe dell’Italia sono da riferirsi alla nostra mancata umanità nei confronti dei migranti, dalla nostra incapacità di adeguarci alle leggi, da questa nostra tendenza a “pendere verso destra”, cosa che in un paese come la Francia dove un pluri-assassino di sinistra come Cesare Battisti ha trovato accoglienza, fondi e anche una sgrinfia che lo coccolava, non va proprio giù.
Tutto nasce dalla solita nave Acquarius, il cui equipaggio non trova proprio pace (o forse non trova lo stipendio se non fa sbarcare migranti economici in Europa, meglio se in Italia). Ed ecco la nave di nuovo in acque internazionali – dicono loro – a raccogliere “merce umana” da poter movimentare sul mercato europeo della manodopera a bassissimo costo. Alla fine, l’Acquarius tira su 58 migranti, e comincia a navigare in Mediterrano per vedere a chi accollarli. Esclusa Malta, che è come se non fosse nemmeno sulle cartine geografiche, e l’Italia, perché ultimamente abbiamo chiuso i porti con grande scorno del malefico Soros, l’Acquarius, gestiata dalla Ong Sos Mediterranee (organizzazione finanziata da non meglio identificata “popolazione solidale a livello globale”, come è scritto sul loro sito dove chiedono anche l’8×1000), fa rotta verso Marsiglia.
Dirà qualche ingenuo “Bene, saranno accolti con fanfare e lancio di fiori dai francesi così disponibili all’accoglienza da trascorrere le loro giornate criticandoci perché noi non lo siamo”. Non proprio. Infatti, alla richiesta dell’Acquarius di accogliere i 58 migranti in via del tutto eccezionale, Parigi risponde tramite Edouard Philippe, personaggio vicino al Presidentino: “Cerchiamo una soluzione europea secondo il principio del porto sicuro più vicino”, e con questo se ne lavano le mani, perché essendo la Francia a nord del Mediterraneo, da loro non dovrebbe sbarcare mai nessuno. Furbacchioni d’oltralpe. E infatti, per essere ben chiari, fanno parlare anche il portavoce del governo francese, Benjamin Griveaux: “L’umanità, significa lasciare attraccare la nave nel porto più vicino e più sicuro. E’ attraverso la cooperazione con i nostri partner europei che forniremo una soluzione. Non cadiamo nella trappola che alcuni ci tendono”.
Scopriamo così che per i nostri “partner” francesi, collaborazione significa che l’Italia si debba beccare qualsiasi migrante economico lasci il nord Africa e più specificamente la Libia, paese che per questioni di petrolio proprio i francesi hanno grandemente contribuito a destabilizzare. Intanto, però, quelli dell’Acquarius – che ve li raccomandiamo! – piangono alla radio di bordo: “Dirigersi verso Marsiglia è l’unica opzione che abbiamo. A bordo ci sono 47 migranti salvati domenica mentre erano alla deriva nelle acque internazionali, e altri recuperati nei giorni precedenti. L’intenzione è quella di chiedere a titolo eccezionale lo sbarco nel porto del sud-est della Francia, l’unico dal quale si possa ripartire di nuovo”. Ripartire? Ripartire per dove? Non lo dicono dall’Acquarius, ma a loro tutto sommato basta essere al centro dell’attenzione, così magari aumentano le donazioni, e infatti a giugno la stessa nave era stata nel mezzo di una crisi diplomatica dopo avere recuperato 630 migranti al largo della Libia: allora sbarcarono in Spagna a seguito del rifiuto di Italia e Malta di accettarli. E il bis si era avuto ad agosto con 141 migranti sbarcati poi a Malta.
E mentre dall’Acquarius si piange, dalla Francia non si ride. Infatti ecco finalmente la ministra Loiseau, che attacca il pistolotto partendo dal “porto sicuro più vicino” che, dice, “come tutti sanno si tratta dell’Italia o di Malta perché la geografia non si può reinventare”. Reinventare magari no, ma studiare forse sì, perché per stabilire quale sia il porto più vicino e sicuro, ci vorrebbe come minimo il punto nave nel momento del soccorso, cosa di cui nessuno ha contezza a parte l’equipaggio dell’Acquarius che, ovviamente, non potrebbe essere credibile qualsiasi dichiarazione facesse. E poi c’è anche da stabilire che cosa si intenda per “porto sicuro”. La Tunisia – dove non risulta esserci nessuna guerra e gli europei vanno in vacanza – com’è considerata? E Cipro? E la Grecia? E addirittura la Turchia, se il salvataggio fosse avvenuto verso oriente?
Insomma, il discorso è semplice: non frega niente a nessuno dove siano stati raccolti i migranti, quello che interessa è: prima di tutto il business ad essi legato; secondo, il piano che c’è dietro per fare dell’Italia il campo profughi d’Europa – non ci stancheremo mai di ripeterlo – ; e terzo la volontà di farci apparire al peggio possibile per arrivare a distruggere quel po’ di credibilità internazionale di cui ancora godiamo, per continuare ad affossare la nostra economia, e portarci via quel po’ di pezzi pregiati che ancora ci restano. E aggiungiamo “bye bye Versace”…