Pubblichiamo l’intervista a cura di Álvaro Peñas, tradotta in italiano, pubblicata su The European Conservative
Paolo Inselvini è membro dell’Assemblea nazionale di Fratelli d’Italia e dell’esecutivo di Gioventù Nazionale. Eletto eurodeputato nel giugno 2024, è stato un importante attivista pro-vita nel territorio bresciano.
Giorgia Meloni è passata dall’essere bollata come “pericolo per la democrazia” a diventare il politico più riconosciuto in Europa o addirittura il “ponte” dagli Stati Uniti all’Europa grazie al suo magnifico rapporto con Donald Trump. Come si spiega questo cambiamento di atteggiamento da parte dei media tradizionali?
Sono convinto che, negli anni passati, Giorgia Meloni sia stata definita un pericolo, etichettata e demonizzata dai poteri di sinistra. Questo è accaduto perché, come spesso accade, un certo establishment, per mantenere il proprio potere, cerca di escludere dal dibattito pubblico chiunque sia capace e porti idee diverse dal “politicamente corretto”. Lo fa cercando di indebolire questi interlocutori e di influenzare l’opinione pubblica. Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni hanno però respinto tutte le accuse con i fatti e la buona politica.
Oggi anche i critici sono costretti a riconoscere che Giorgia Meloni è un interlocutore credibile a livello internazionale. Rappresenta una novità unica nel panorama politico del centrodestra e, più in generale, nel contesto politico europeo. Non è un caso che sia considerata l’interlocutore principale degli Stati Uniti e di Donald Trump: rappresentiamo una visione coerente di centrodestra e di destra, con cui è possibile dialogare in modo costruttivo.
In Italia, il sostegno popolare a FdI continua a crescere, anche in aree storicamente dominate dalla sinistra.
Questo è vero. Questo fenomeno si osserva anche tra il ceto medio, la classe operaia e i lavoratori dipendenti, categorie che in passato erano tradizionalmente un bastione della sinistra. Il nostro successo è dovuto al fatto che non facciamo promesse irrealistiche, ma offriamo risposte concrete, piccole ma costanti, dimostrando la serietà del governo. Stiamo facendo capire che non ci interessano le etichette “destra” o “sinistra”. Ciò che ci guida è il bene della patria, mettendo sempre al primo posto l’interesse nazionale.
Una prova della forza di FdI è stata la nuova edizione di Atreju a metà dicembre, che ha riscosso un enorme successo con un’affluenza record di oltre 50.000 persone e una forte rappresentanza internazionale, con Javier Milei e altri. Qual è la sua valutazione di Atreju 2024?
Il mio giudizio è eccellente. Ogni anno Atreju è sempre meglio organizzato, più grande e con una partecipazione crescente. Questo dimostra la capacità di Fratelli d’Italia di penetrare non solo nel dibattito politico, ma anche in quello metapolitico e culturale, avvicinando sempre più persone alla nostra visione.
La presenza di personalità di spicco, come il Primo Ministro libanese e Javier Milei, non è casuale. Milei, ad esempio, pur avendo un background politico distante dal nostro e posizioni diverse su alcuni temi, condivide con noi la lotta per i principi non negoziabili. Insieme difendiamo i fondamenti della cultura occidentale, europea e cristiana. Condividiamo pienamente il suo impegno per la difesa della Vita e la lotta all’ideologia gender e “woke”, e ribadiamo l’importanza di queste battaglie che Fratelli d’Italia porta avanti con coerenza.
Cosa pensa dell’assoluzione di Matteo Salvini?
Siamo soddisfatti dell’assoluzione del ministro Salvini, soprattutto perché l’accusa rappresentava un uso ideologico e strumentale della giustizia e la sentenza, invece, rimette le cose al loro posto. Tutela le prerogative fondamentali per l’esercizio della sua funzione politica. Salvini può piacere o meno dal punto di vista politico e la sinistra, in ogni caso, deve limitarsi alla critica e al dibattito istituzionale.
Atreju ha anche visto l’unità del governo di centrodestra, un modello che in qualche misura viene replicato in altri Paesi, e va ricordato che quando il governo è stato formato molti non gli davano nemmeno un anno di vita. È noto che è in buoni rapporti con Matteo Salvini, ma con l’altro partner, Forza Italia?
Abbiamo un ottimo rapporto con i nostri alleati. Abbiamo sempre ribadito che il governo è unito e che la coalizione lavora in armonia. Inoltre, non dimentichiamo la presenza di un altro alleato, Noi Moderati de Lupi. Siamo uniti perché, nonostante le differenze, siamo riusciti a trovare una sintesi sui punti comuni. Il contributo della Lega e di Matteo Salvini è prezioso, così come quello di Forza Italia e di Antonio Tajani. Ogni forza politica ha le sue peculiarità, ma tutte riconoscono in Giorgia Meloni il leader capace di unificare e sintetizzare le diverse visioni, puntando a un obiettivo comune: il bene dell’Italia.
Passando all’Europa, è possibile lavorare con il PPE?
Penso di sì, è possibile. In passato il PPE ha commesso degli errori, avvicinandosi troppo alla politica ideologica della sinistra e dei verdi. Oggi, però, grazie soprattutto al contributo di ECR e del nostro partito, Fratelli d’Italia, stiamo aiutando il PPE a uscire dall’abbraccio dannoso dei socialisti, dei verdi e della sinistra, per tornare nella sua casa naturale: il centrodestra.
Ci auguriamo che il PPE possa unirsi a noi nella lotta per difendere i principi non negoziabili e cristiani e per rivedere le politiche del Green Deal, che finora si sono dimostrate lontane dalle reali esigenze dei territori, delle nazioni e dell’Europa. Insieme, crediamo di poter rimettere gli agricoltori, i loro diritti e la tutela dei loro redditi al centro dell’Unione Europea.
La nuova Commissione comprende un vicepresidente del suo partito, Raffaele Fitto, il che rappresenta un grande cambiamento per FdI ed ECR. Visto l’operato della precedente Commissione, ci si può fidare di Ursula von der Leyen e quali cambiamenti vi aspettate in questa nuova fase di presidenza dell’UE?
La nomina di Raffaele Fitto a Vicepresidente esecutivo della Commissione europea rappresenta un grande traguardo e un risultato importante, non solo per Fratelli d’Italia, ma per l’Italia intera. Abbiamo affidato un ruolo cruciale in Europa a una persona capace, credibile e pragmatica, che saprà rendere orgogliosa l’Italia e l’intera Unione Europea. Grazie a lui, potremo senza dubbio avere un peso maggiore a livello europeo.
Per quanto riguarda Ursula von der Leyen, il nostro giudizio è stato molto critico, tanto che a luglio abbiamo votato contro di lei. È chiaro che il Presidente della Commissione europea deve garantire il rispetto dei Trattati e lavorare per raggiungere una sintesi tra i governi e le varie forze politiche. Ci auguriamo quindi che i nuovi equilibri all’interno del Parlamento e del Consiglio possano spingerla a orientare maggiormente le sue decisioni verso il centro-destra, superando l’influenza predominante dei Verdi e della sinistra che ha caratterizzato gli ultimi anni.
Abbiamo iniziato con l’accordo commerciale UE-Mercosur, che Carlo Fidanza ha definito “squilibrato e dannoso per l’agricoltura europea”. È possibile invertire queste politiche di tiro al bersaglio per i settori produttivi europei?
Credo che in accordi come il Mercosur sia fondamentale garantire il principio di reciprocità. Non possiamo permetterci di importare in Europa prodotti realizzati con sostanze vietate qui o che non rispettano i nostri standard in termini di lavoro e condizioni sociali. È fondamentale mettere i nostri agricoltori in condizione di competere ad armi pari, riconoscendo e valorizzando gli sforzi che stanno compiendo, anche nell’ambito della sostenibilità ambientale.
Chiediamo quindi che il principio di reciprocità sia pienamente rispettato in questo tipo di accordi. Altrimenti, rischiamo che tali accordi diventino autolesionisti e inutili per l’Europa, tradendo gli stessi obiettivi per cui sono stati concepiti. Gli agricoltori devono essere certi che saremo sempre al loro fianco per lottare affinché questo principio sia protetto e garantito.
L’ECR ha raggiunto gli 80 eurodeputati con l’aggiunta di due spagnoli del partito SALF. Come valuta la loro incorporazione?
È una buona notizia che la famiglia dei conservatori europei si stia allargando con persone capaci che ci aiuteranno senza dubbio a riportare i veri interessi degli europei al centro dell’agenda europea. Sono certo che saremo in grado di lavorare insieme nel modo migliore.