Uccisi in Libano Yassin e Nasrallah, la situazione precipita vertiginosamente

In questi giorni, hanno destato non pochi sospetti ed attenzioni le operazioni dell’Idf all’interno del territorio libanese: tra queste bombardamenti e sabotaggi con l’esplosione dei dispositivi in dotazione ai militanti dell’organizzazione sciita di Hezbollah. L’attenzione da parte degli Stati occidentali non si è fatta attendere, ma ad oggi sono altri gli eventi che hanno destato scalpore: ieri è arrivata la conferma della morte di Hassan Nasrallah, volto del movimento politico di Hezbollah. Questa notizia non è passata inosservata, poiché il timore principale è che questo evento possa condurre il Medio Oriente verso un’escalation forzata. Non c’è alcun dubbio che il rischio sintetico sia quello di vedere una popolazione allo sbando a causa dell’ennesimo conflitto in territorio arabo. Tra le morti confermate, anche quella di Hassan Yassin, membro fondamentale nell’intelligence di Hezbollah.

La morte di Hassan Nasrallah è stata comunicata dalla Tv di Al Manar, nonché emittente televisiva di Hezbollah. Difficile ottenere un segno più chiaro di così sulla sorte del Segretario del movimento islamico: il rischio è quello che ad entrare nella zona di guerra siano paesi come l’Iran. Lo stesso ayatollah Akhtari ha già concesso ai funzionari di schierare le truppe sulle alture del Golan ed in territorio libanese. Fino alla scorsa settimana nessuno avrebbe immaginato che le conflittualità sarebbero giunte fino a questo momento, ma gli avvenimenti hanno fatto il proprio corso così come le scelte militari dello Stato israeliano. Il Premier israeliano Netanyahu aveva già avvisato sulle intenzioni del proprio governo: per lui l’importante è distruggere il nemico e ormai l’unica regola dell’Idf sembra quella di non fare prigionieri in alcun modo. La storia si ripete, lo stesso Mohammed Akhtari  ha parlato della prontezza iraniana nello schieramento, proprio come accaduto nell’anno 1981. 

Ora l’aeroporto di Beirut è sotto il controllo dell’Idf, per evitare che il governo iraniano possa inviare armi ed aiuti alle forze di Hezbollah. Qualcuno potrebbe vedere la morte di Nasrallah come un evento totalizzante per quanto riguarda la mobilitazione dell’Iran, ma non è affatto così: la concatenazione dei bombardamenti e dei raid ha permesso con grande velocità a Israele di poter prendere il controllo del Libano con estrema facilità. La dipartita del dirigente sciita non è un apice, ma un tassello importante per Israele, intenzionata a portare avanti la propria campagna militare fin quando lo riterrà necessario. Un altro dato importante è la sostituzione della Leadership, tanto che in questo momento Hezbollah dovrà scegliere nuovi responsabili ed alti ufficiali, per cercare di fermare un’avanzata progressiva da parte dell’esercito ebraico.

Il conflitto tra milizie sciite e israeliane ha trascinato l’intera popolazione libanese nel caos, tanto che ora i profughi libanesi sarebbero più di 200.000, civili lasciati per strada in balia di loro stessi e tutelati da nessuno. La colpa, stavolta, è di chi arbitrariamente ha dimostrato di voler invadere a priori un altro territorio senza badare ai risvolti. A poco servono gli inviti alla calma e le tregue temporanee, poiché l’ostilità nella regione araba si muove ad una velocità spaventosa. Il decesso di Hassan Nasrallah, è soltanto uno dei motivi con cui gli interventi militari proseguiranno senza sosta nei prossimi giorni.

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Gabriele Caramelli
Gabriele Caramelli
Studente universitario di scienze storiche, interessato alla politica già dall’adolescenza. Precedentemente, ha collaborato con alcuni Think Tank italiani online. Fermamente convinto che “La bellezza salverà il mondo”.

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